ubicata
nell'oceano e
successivamente ne tratteggia gli aspetti relativi
all'abdicazione nei confronti del figlio Napoleone II avvenuta due
giorni dopo, mentre il 25 dello stesso mese Napoleone si consegna agli
inglesi portando con se un messaggio rivolto al principe reggente
d'Inghilterra, ma trova l'ostilità del primo ministro inglese, lord
Liverpool.
Sul
trono di Francia era ritornato Luigi XVIII, debole e malaticcio, ed il suo
erede il fratello, il conte di Artois, poi Carlo X, che successivamente al
suo insediamento si rifiuta di fare
fucilare Napoleone, in quanto teme le conseguenze, e quindi se ne decide
l'esilio per Sant'Elena,
isola lontana nell'Atlantico.
Si
decide, il 31 luglio l'ammiraglio inglese, lord Keith porta a Napoleone il
decreto dell'esilio a Sant’Elena,
la decisione non è improvvisa perché era già balenata nel
Congresso di Vienna, dove giunge il 15 ottobre 1815 in compagnia di solo
tre ufficiale e dodici servitori tra cui il conte Charles Tristani De
Montholon ciambellano di corte, il conte di Las Cades, biografo di
Napoleone, Gaspard Gourgand, ufficiale di artiglieria, il medico irlandese
Barr O'Meara, Louis Marchand suo capo valletto.
Sant’Elena, è un possedimento della compagnia inglese delle Indie
orientali a quattromila miglia dalla Gran Bretagna ed era governata
dall’ammiraglio Cockburn successore del colonnello Mark Wilks, ed in
quel periodo era costituita da quattromila abitanti tra cui ottocento
europei, cinesi e schiavi ed i residenti venivano soprannominati “jamstocks” ed una guarnigione di tre mila uomini del 53°
reggimento.
L’imperatore
Napoleone Bonaparte vi arriva il 15 ottobre ed è considerato prigioniero
di Stato, prende residenza a Longwood.
A
partire dal giugno 1816 con l’arrivo del nuovo governatore, il
luogotenente generale, Sir Hudson Lowe, hanno inizio una serie di rigide
procedure che vanno ad irrigidire i regolamenti già restrittivi nei
confronti di Napoleone che riceveva dei almeno tre volte al giorno.
Nel
novembre del 1816 Las Cades è espulso dall'isola: era l'unico a conoscere
l'inglese.
E
dietro tutte queste azioni sembra ci sia il complotto ordito dal conte di
Artois.
Nel
1817 comincia a peggiorare la salute e nello stesso periodo il
Conte d'Artois, noto come Monsier, nel settembre dello stesso anno
ha già sessanta anni, è un personaggio immorale, già venticinque anni
di esilio in Inghilterra, ha l'idea fissa ed ossessiva di liberarsi di
Bonaparte, l'usurpatore.
La
morte dell’Imperatore avviene alle 17,49 del 5 maggio del 1821e
dopo il decesso viene eseguita l'autopsia da parte del medico corso Anton
Marchi che diagnostica epatite e/o tumore al piloro (la stessa patologia
che colpì il padre dell'imperatore).
L'analisi
sezionale dei capelli, tagliati alla sua morte rivela, in quel periodo,
una punta massima di arsenico e dagli appunti di Anton Marchi trapelano,
circa la malattia di Napoleone, chiari sintomi di avvelenamento acuto di
arsenico e/o antimonio, i battiti del polso 74/80 che raggiunge nella
giornata la cadenza di 85/90.
Diversa
risulta la tesi del dott. Arnett, mentre un medico inglese che assiste
all'autopsia diagnostica "epatite" e viene, poi, deferito alla
corte marziale.
All'autopsia
sono presenti due generali francesi, Montholon e Bertrand, e sei medici
inglesi e durante la stessa gli viene asportato il cuore che doveva
giungere a Maria Luisa, ma poi i il governatore dell'isola, Hudson Lowe,
lo fa seppellire col corpo.
Il
reperto ufficiale è ulcera allo stomaco vicino al piloro
ma secondo la tesi di Ben Wider e David Hapgod, fu il generale
Montholon, pagato da Carlo X che realizzò l’opera dell'assassinio di
Napoleone.
Le
memorie fanno sospettare e portano le prove, capelli, che si trattò di
avvelenamento da arsenico, come stabilito dal medico e ricercatore svedese
Forshfvud.
I
capelli sottoposti a bombardamento atomico nel laboratorio per l'energia
atomica di Harwell presso Londra rilevano che alla morte il corpo
dell'Imperatore conteneva arsenico in una percentuale tredici volte
superiore a quello normale.
Si
è altresì stabilito con precisione quanto arsenico il soggetto esaminato
abbia assorbito e in quali intervalli.
Nel
1840 la sua salma venne trovata intatta e non era stata imbalsamata.
Solo
l'arsenico permette tale conservazione dei tessuti.
Alla
scoperta dell'assassinio e dei suoi mandanti ci si può arrivare quindi
per deduzione.
Il
9 maggio dello stesso anno avviene la sepoltura: Napoleone è vestito con
l'alta uniforme della cavalleria leggera imperiale (camicia bianca,
cravatta di mussolina bianca, collare di seta nera, calze di seta bianche,
pantaloni al ginocchio, panciotto dello stesso tessuto, uniforme verde con
le guarniture rosse, medaglie della legion d'onore, della corona ferra,
cappello con la coccarda tricolore.
Il
27 dello stesso mese vengono imbarcati sulla "Camel" i fedeli
dell'Imperatore che fanno rotta verso l'Inghilterra dove giungerà a
Portsmouth il 2 agosto e nello stesso porto ad attenderla vi era la
Northumberland, la stessa imbarcazione che sei anni prima li aveva portati
a Sant'Elena.
Durante
il tragitto, il 25 luglio dello stesso anno sulla nave viene letto
il testamento di Napoleone e l'esecutore ed il garante del testamento è
il generale Montholon «... muoio assassinato dall'oligarchia
inglese e dal suo prezzolato sicario
...».
Artois, acerrimo nemico
dell'Imperatore Bonaparte.
Tale
operazione doveva attuarsi nel 1820 in quel di New Orleans,
capitale della Louisiana, ceduta dalla Francia e da Napoleone nel 1803
agli Stati Uniti.
Il
fascino del grande corso ha ancora un suo peso nel 1820 e
soprattutto anche per i cittadini di New Orleans: per i francesi residenti
rappresenta ancora l'Imperatore e per i cittadini americani, invece, un
grande benefattore.
Altro
elemento significativo che da maggiore forza a tale operazione, oggetto
della discussione del relatore, poggia sul fatto che gli americani erano
reduci dalla guerra contro gli inglesi nel 1812 e di conseguenza, per
loro, non nutrivano grandi sentimenti di stima, ed in quest'ambiente che
nasce il progetto relativo alla liberazione dell'Imperatore Napoleone
Bonaparte.
Andando
a New Orleans, in una delle strade centrali, si può ammirare la casa di
Napoleone, dove in realtà, l'Imperatore non vi andò mai ad abitare, in
quanto quella abitazione che era destinata ad ospitarlo era la casa del
sindaco, in quanto il primo cittadino era il coordinatore di tutta
l'importante operazione.
Il
progetto di liberazione prevedeva due navi veloci, come le imbarcazioni
utilizzate per il trasporto della posta, che
sarebbero dovute salpare dal porto di New Orleans con un equipaggio misto
e composto da francesi e statunitensi, giungere a Sant'Elena, sorprendere
gli inglesi, liberare Napoleone. Tutto era pronto, programmato, studiato
nei minimi dettagli, ma improvvisamente giunse la notizia che Napoleone
era morto, era il 5 maggio 1821.

(1)
a
cura di LARA FREMDER e GIOVANNI GUANTI in "Parigi, curiosa,
esoterica minimale", Milano,
Perfect Book, 1989, pp. 84-85;
(2)
Opera
citata, pagina 84;
(3)
Opera
citata, pagina 85;