La morte dell’imperatrice nel
1762 non gli restituì il suo originario nucleo
familiare,
anzi il colpo di stato
che ne seguì lo privò non solo del padre, Pietro III infatti fu ucciso dopo
sei mesi di regno, ma anche del trono, dal momento che
Caterina si proclamò imperatrice al posto del figlio di
soli otto anni.
Il fanciullo cominciò a nutrire
un profondo odio nei confronti della madre che lo aveva
defraudato della sua eredità e che per di più riteneva
responsabile della morte del padre.
Inoltre prese a idealizzare la
figura di Pietro III che in fondo non aveva quasi
conosciuto.
Durante l’adolescenza il granduca
Paolo sviluppò un carattere instabile, facile agli
scoppi d’ira, sospettoso verso tutti perchè viveva nella
paura che a corte si tramasse per ucciderlo.
Inoltre la consapevolezza di
essere brutto, aveva infatti un viso sgraziato e gli
occhi all’infuori, aveva contribuito a renderlo nervoso
e intollerante.
Il ragazzo mostrava però una
particolare attitudine agli studi, soprattutto per
quanto riguarda la matematica e la storia.
Queste sue preferenze per certi
aspetti gli avrebbero condizionato la vita, perchè nella
sua mentalità matematica non avrebbe potuto concepire
niente che non avesse esattezza, ordine e rigore.
La sua passione per la storia poi
avrebbe favorito il suo attaccamento agli ideali
cavallereschi che determinarono il suo agire politico
quando divenne imperatore.
Per quanto varie furono le
materie a cui il giovane granduca si applicò, dalle
lingue straniere alla filosofia, ben presto manifestò
una maniacale propensione per la vita militare come il
presunto padre, quasi a voler dimostrare a tutti i costi
di essere veramente figlio di Pietro III e come
quest’ultimo nutriva una fanatica ammirazione per
l’esercito prussiano.
Ossessionato dall’idea di doversi
difendere da complotti contro la sua persona riuscì a
trovare un po’ di serenità solo nella vita matrimoniale.
Per l’erede al trono russo venne
scelta una principessa tedesca, Gugliemina di
Assia-Darmstadt, ribattezzata Natalia quando si convertì
all’ortodossia.
Il granduca era innamorato e fu
felicissimo di convolare a nozze nel 1773.
L’unione però non fu felice,
infatti Natalia pensava solo a divertirsi con
l’amante, che per giunta era il miglior amico di Paolo,
Andrea Razumovskij, e non voleva adeguarsi alla nuova
vita che il rango che imponeva.
Quando morì di parto, Paolo
inizialmente voleva uccidersi, poi, saputo del
tradimento, se ne fece una ragione e senza difficoltà
volse la mente a un nuovo matrimonio.
La nuova prescelta era la
principessa Sofia Dorotea di Wurttemberg.
Fu un vero successo: Sofia
Dorotea era molto bella e inoltre aveva un carattere
mite e rasserenante.
Accanto a lei il granduca riuscì
finalmente ad assaporare la tranquillità della vita
familiare.
Dopo la conversione
all’ortodossia Sofia Dorotea assunse il nome di Maria
Fedorovna e la giovane coppia si sposò nel 1776.
La vita del giovane granduca
continuava a essere molto difficile perchè non riusciva
ad opporsi alle decisioni della madre, l’imperatrice
Caterina II, che non solo era ben intenzionata a non
lasciare il trono fino alla morte, ma non permetteva al
figlio di occuparsi degli affari di stato.
Paolo, non a torto, temeva che la
madre lo volesse estrometterlo dalla successione, e in
effetti non furono poche le volte che Caterina II aveva
pensato di non lasciare la Russia a una persona
inaffidabile come Paolo, la cui vita era costituita solo
da parate militari e scoppi d’ira.
Ben presto la coppia granducale
fu allietata nel 1777 dalla nascita dell’erede,
Alessandro Pavlovic.
In tutto Paolo e Maria ebbero 10
figli, ma l’autorità dell’imperatrice toccò anche questo
settore intimo della vita della giovane coppia che fu
privata della possibilità di crescere ed educare la
prole di sesso maschile.
La stessa Caterina II,
considerando incapaci sia Paolo che Maria, si occupò
personalmente di educare i nipoti maschi impedendo loro
di vivere con i genitori.