Si è concluso in poco più di due ore l’interessante appuntamento con la storia promosso dal Circolo Culturale L’Agorà presieduto da Gianni Aiello, presentando l’opera libraria “Gianfrancesco Gemelli-Careri: L’Ulisse del XVII secolo“ dell’autrice Angela Maccarrone Amuso. 
La relatrice ha conseguito la  Laurea in Lettere Classiche con la specializzazione in Storia delle religioni e nel  1981 è stata chiamata a far parte dell’Accademia de “i 500” di  Roma, in qualità di Accademico di merito.
L’appuntamento ha  rappresentato  la giusta continuazione intrapresa  dal sodalizio reggino nel convegno del 12 ottobre dello scorso anno dove venne trattata la tematica avente come  titolo “Anno 1492: Un calabrese alla scoperta dell’America“ , percorso culturale che il sodalizio intende fare per questo nuovo millennio è proprio quello relativo ai viaggiatori reggini che insieme ad altre figure importanti del passato, stranamente sono cadute nel dimenticatoio .
Dopo i saluti di Orlando Sorgonà, è è stata la volta dell’interessante disamina  dello storico Carlo Longo che ha parlato  del personaggio calandolo nel  suo periodo storico.
Lo storico Carlo Longo ha dedicato il suo  intervento a rintracciare le motivazioni storiche culturali e geografiche di quello che ha definito un aspetto comune di missionari e viaggiatori calabresi "la vagabondaggine": pertinenza ereditata dalla civiltà magno-greca e dalla loro attitudine conosciuta come "polipragmosini" ,  la voglia di capire, di porsi domande sulle cose, propensioni che i latini non attuavano nel loro pensiero. 
Questa voglia di curiosità si esercitava nelle città greche, nell’agorà, dove vi erano incontri e confronti tra diverse tipologie culturali, etniche, di pensiero e questo spazio dell’agorà portò, i calabresi a conoscere il mondo, quindi la piazza che si proietta sul mondo.       
La libertà dello spirito presente in Bernardino Telesio, l’opera campanelliana “La città del Sole”  sono degli esempi alquanto validi e  Tommaso Campanella teorizza una visione globale del mondo, di tutti i popoli e le civiltà del mondo non aveva mai visto, in quanto carcerato nelle prigioni spagnole.
Il filosofo di Stilo crea una mentalità in Calabria atta all’uguaglianza, quindi pilastro fondamentale  di tutti i socialismi, da questa teoria della globalizzazione e della conoscenza del mondo diversi calabresi attuarono queste teorie girando per il mondo tra cui un suo discepolo diretto Paolo Piromalli a Siderno, quindi calabresi curiosi di allargare gli orizzonti conoscitivi vagando per il mondo «Gianfrancesco Gemelli - dice Carlo Longo – venne etichettato dai suoi concittadini come nu vagabundu, chi tantu vagabundu chi girau u mundu; come tanti suoi conterranei nel corso dei secoli, nati in un territorio attorniato dal mare i cui orizzonti non erano delimitati se non dalle condizioni economiche e dai disastri naturali.
Gianfrancesco Gemelli-Careri, curioso come ogni suo conterraneo, ha guardato con gli occhi di tutti i calabresi ed ha avuto il merito di aprire nuove vie mentali e di farci conoscere nuovi prodotti commerciali, piante sconosciute, dimostrando che il mondo non ha ne confini ne barriere».  
A differenza di Ulisse il Gemelli non ebbe a che fare con forze soprannaturali ma un mondo quasi completamente conosciuto nella sua rotondità e dal quale poté fare, tra il 1693 ed il 1698, il completo giro.
Ha regalato ai posteri il suo diario di bordo pieno di descrizioni relative alle esperienze intellettuali e politiche dell’autore e nel clima che si respirava nel suo tempo.
Gianfrancesco Gemelli-Careri -dice Angela Maccarrone Amuso autrice della pubblicazione- ha fatto il giro del mondo da Occidente ad Oriente tramandandoci delle informazioni utilissime giunte sino ai nostri giorni. 
I Tauranovesi attribuirono a Gianfrancesco Gemelli tre patenti speciali: la prima di “vagabundu” per i suoi continui viaggi sia in Europa che nel resto del mondo, la seconda “di “spiuni”, in quanto  come codice di comportamento accettò la dissimulazione, la terza “di jettaturi”, perché per una serie di motivazioni portò sfortuna a quella Chiesa Controriformistica che aveva condannato Campanella e Galileo, ma anche per la relazione riguardante i culti e i riti cinesi. 
Dal puntodi vista psicologico Gianfrancesco Gemelli assume le sembianze di un personaggio singolare la cui voglia di agire, di lottare contro “il  male del vivere”, di vedersi continuamente in azione lo rinvia al mito dell’omerico Ulisse.  
Per questa serie di motivazioni ho intitolato il saggio “GIANFRANCESCO GEMELLI-CARERI: l’Ulisse del XVII secolo“. L’immagine mitologica nella uale il Gemelli rispecchia la sua anima di pellegrino errante è quella di Ulisse, solo che il descensus ad inferos della Divina Commedia di Dante Alighieri diventa per lui il descensus ad homines .
La figura mitologica di Ulisse rappresenta l'immagine più vicina al Gemelli-Careri, un pellegrino errante che sapeva vedere il meraviglioso nel quotidiano. 
A differenza di Ulisse il Gemelli non ebbe a che fare con forze soprannaturali ma un mondo quasi completamente conosciuto nella sua rotondità e dal quale poté fare, tra il 1693 ed il 1698, il completo giro.
Ha regalato ai posteri il suo diario di bordo  pieno di descrizioni relative alle esperienze intellettuali e politiche dell’autore e nel clima che si respirava nel suo tempo. 
E questo gli permise di vedere il meraviglioso nel quotidiano, l’eccezionale nel banale, inoltre il Gemelli per le sue imprese e per le sue opere rientra nel gran numero di italiani che nel XVII secolo si distinsero nei vari paesi europei per capacità intellettive, spirito d’iniziativa e bravura militare.
Il cosiddetto “italianismo” che contribuì alla civiltà di Francia, Spagna, Inghilterra, Germania è un fenomeno di quel periodo, dovuto ai letterati, viaggiatori, artisti, musicisti, politici e militari, i quali non trovando in Italia le giuste condizioni atte ad esprimere le loro potenzialità, si diffusero per tutta Europa, lasciando ovunque traccia del loro ingegno.

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8 gennaio 2001

A. MACCARRONE AMUSO, Gianfrancesco Gemelli-Careri. L'Ulisse del XVII secolo. Biografia scientifica di un grande di Calabria, Gangemi, 2000;  
A. MAGNAGHI, Il viaggiatore Gemelli-Careri (secolo 17.) e il suo Giro del mondo, A. Cattaneo e f.lli, Bergamo, 1900;
G. GHIRLANDA, Gianfrancesco Gemelli - Careri e il suo viaggio intorno al mondo (1693-1698), tip. Paderno, Verona, 1899;
A. NEGRO SPINA, Un viaggiatore del Seicento in giro per il mondo: Giovan Francesco Gemelli Careri, Bowinkel, 2001.