


Un titolo ben  augurante, quello scelto in occasione culturale “BUON COMPLEANNO LINUS (1965-2015: i miei primi  cinquant'anni)”, organizzata dal Circolo Culturale “L’AGORÀ” per celebrare i  cinquant’anni del mensile italiano “linus”. 
  Diversi sono  stati  i nomi della cultura non solo  italiana si sono alternati tra le pagine di linus, tra i quali Georges  Wolinski, ucciso lo scorso gennaio nella redazione di Charlie Hebdo, come ha  evidenziato in apertura Gianni Aiello, presidente del sodalizio culturale  reggino, così come numerosi sono stati i tanti eroi del mondo della kina sia di  scuola europea che statunitense.
  Inoltre,  prosegue Gianni Aiello, la rivista ospita, a far data dagli anni settanta,  oltre ai fumetti, altri temi come ad esempio la satira.
  Nella parte  conclusiva del suo breve intervento, il presidente del sodalizio reggino ha  ringraziato la “Baldini & Castoldi” per la sensibilità dimostrato,  ricordando che l'Associazione aveva già organizzato altri incontri a riguardo  il tema affrontato nella conversazione culturale odierna, come quelli inerenti  alle vicende di altri personaggi e riviste, come ad esempio Tex Willer, Diabolik, Topolino.
  La parola passa ad Antonino Megali, socio del Circolo  Culturale “L'Agorà” che nel corso del suo intervento fa un'accurata descrizione  sia del periodo storico che di quello della rivista in argomento.
  Aprile 1965 : Scoppia una rivoluzione nel mondo dei  fumetti. Nasce Linus, rivista dei fumetti e dell’illustrazione. Costo lire 300,  decisamente esagerato per quell’epoca. Sottotitolo: Le storie di Charlie Brown  e Li’ L Abner  e un episodio completo di  Braccio di Ferro. Noi, lettori di fumetti avevamo in realtà perso l’innocenza  già qualche anno prima, quando nel 1962 nacque Diabolik, creato dalle sorelle  Angela e Luciana Giussani. A questo seguirono, com’ è noto, una serie di imitazioni  recanti il K nel nome:Satanik, Kriminal, Sadik,   Demoniak e altri.
  La rivista nasce per ospitare le strisce seriali di  Schulz, delle quali la Milano libri, diventato marchio editoriale, stampa  Arriva Charlie Brown proprio nel giugno 1963. L’anno di nascita delle prime  vignette risalgono a molti anni prima e precisamente all’ottobre 1950. Nascono  allora i Peanuts (noccioline), ma anche in seguito “piccoli personaggi” .  Prendono il nome da “The Peanuts Gallery” ( Galleria delle noccioline) dove si  sedevano i bambini per assistere ad uno spettacolo di marionette. L’autore è  Charles Monroe Schulz. Nel presentarlo Umberto Eco (uno dei pochi superstiti  dell’avventura iniziata cinquant’anni fa), scrive :”Non beve, non fuma, non  bestemmia. Ѐ nato nel 1922 a Minnesota …Gioca a golf e a bridge e ascolta  musica classica. Lavora da solo. Non ha nevrosi di alcun genere. Quest’uomo  dalla vita così sciaguratamente normale si chiama Charles M. Schulz. Ѐ un  poeta”.
  Noi ci fermeremo specialmente sul mondo dei Peanuts,  perché queste strisce sono state determinanti per il successo della rivista  della quale ricordiamo il mezzo secolo dalla sua apparizione nelle edicole.  Passiamo in rassegna i personaggi che vivono in questo mondo.
  CHARLIE BROWN. Il bambino dalla “faccia facciosa” sempre  citato per nome e cognome.Ѐ l’incarnazione del perdente. Costruisce aquiloni  con esito disastroso. Allena una squadra di baseball sempre sconfitta. Ama di  nascosto una compagna di scuola con i capelli rossi, alla quale non è stato  ancora presentato.
  SNOOPY. Ѐ il cane di Charlie Brown, presente fin dalle  prime strisce. Un bracchetto che vive sul tetto della sua cuccia. Ha  interpretato diversi ruoli. Ѐ il miglior giocatore della squadra, sogna di  essere un asso dell’aviazione nella prima guerra mondiale in lotta col Barone  Rosso; scrive romanzi ( “Era una notte buia e tempestosa” è diventato uno degli  incipit più famosi di tutti i tempi); gioca a tennis; pattina sul ghiaccio e  crede di essere di volta in volta un avvoltoio, un canguro, un alligatore, un  pinguino, un bambino un ballerino, un filosofo. Ѐ l’unico che riesce a  realizzare i suoi sogni.
  SCHROEDER . Ѐ sempre designato col solo cognome.  Fanatico di Beethoven, col suo pianoforte-giocattolo è capace di suonare tutte  le composizioni del grande musicista. La sua maggiore preoccupazione è quella  di far sapere al mondo quanti giorni mancano al compleanno del suo idolo per  poi tributargli solenni onoranze. Corteggiato da Lucy , la respinge preferendo  la musica. Il suo comportamento è interpretato come la risposta alla società  dominata dalle donne. 
  LUCINDA” LUCY” VAN PELT. Sorella maggiore di Linus è il  principale personaggio femminile. Arcigna, intrigante,  rompiscatole è impegnata a perseguitare e  umiliare Charlie Brown . Ama non corrisposta Schroeder. Quando è respinta dice:  probabilmente non mi sposerò mai. Si distrae allestendo sul marciapiede un  chiosco da psichiatra, a cinque cents la visita. L’unico a non riconoscere la  sua autorità è proprio  Snoopy, che  spesso e volentieri la dileggia.
  LINUS VAN PELT. Fratello minore li Lucy e sua vittima  dopo Charlie Brown. Nevrotico porta con sé una coperta di flanella. La tiene  sempre stretta e per rilassarsi succhia il pollice della mano destra. Ѐ  l’idealista del gruppo : crede nel Grande Cocomero, a cui attribuisce la  qualità di Babbo Natale. Sogna di trascorrere la notte di Halloween in un campo  di cocomeri, mentre gli altri bambini mangiano dolci. Spasima per lui Sally  sorella minore di Charlie Brown. Indossa una maglietta a righe orizzontali e i  capelli lunghi e radi, di solito spettinati. Nutre sentimenti di ammirazione  per la sua insegnante, Miss Othmar, che restano inalterati anche dopo il  matrimonio di lei con un certo Hagemeyer, 
  SALLY BROWN. Sorella di Charlie ha un rapporto difficile  con la scuola soprattutto per colpa della matematica. Ѐ innamorata, non  ricambiata di Linus, il suo “scimmiottino d’oro”. Usa spesso le parole in modo  sbagliato perché non ne conosce il significato. Ama la protesta e la  contestazione.
  WOODSTOCK.Ѐ un uccellino amico di Snoopy, al quale fa  spesso il segretario e il maggiordomo. Vive con il suo nido sul ventre di  Snoopy. Ѐ sbadato, vola in modo irregolare, ma sa scrivere a macchina e  stenografare.
  PIPERITA PATTY. Patricia Reichard, nota come Pepermint,  in Italia è Piperita Patti. Ha l’aspetto mascolino. Non brilla a scuola, ma è  una grande atleta. Ѐ innamorata di Charlie Brown, da lei chiamato “Ciccio”. Ѐ  convinta che Snoopy sia un vero bambino   col naso grosso, incapace di parlare. Ha le lentiggini, i capelli a  spaghetto, l’aspetto disordinato. Sincera e anticonformista non accetta  consigli, né li chiede. Seguita come un’ombra da Marcie, la compagna  intellettuale della classe che la chiama “capo” e pe questo motivo viene sempre  rimproverata. Anche lei ama non corrisposta, Charlie Brown. A questi personaggi  principali del fumetto fanno da contorno alti comprimari con un ruolo  saltuario. Frieda dotata di riccioli naturali, di cui si vanta. Ha un gatto  Faron, odiato da Snoopy, che pota in braccio piegato in due come un tappeto.  Pig-Pen, recinto per maiali. Ha la caratteristica di essere sporco. La sua  sporcizia è interpretata stoicamente (“ho su di me la polvere dei secoli”),  filosoficamente (“ho iniziato un processo irreversibile”) e moralmente (“ una  coscienza immacolata”) .L’unica volta in cui appare pulito, viene cacciato da  una festa perché non riconosciuto. Violet . Amica inseparabile di Patty  dalla quale la distinguono i capelli di  colore scuro e pettinati a coda di cavallo. Roy. Ѐ un personaggio che si  incontra in un campeggio estivo. Ѐ dotato di folti riccioli scuri.
  FRANKLIN è il primo personaggio di colore del gruppo. Fa  sempre domande perché sconcertato dalle stravaganze dei compagni. 5 (Five) il  suo nome intero è 555/95472.  5 è il  soprannome originato da un gesto di protesta del padre  contro invadenza dell’uomo moderno.
  Le strisce giornaliere dei Peanuts  sono formate da quattro vignette rettangolari  di identico formato. Nella prima si presenta una situazione, nella seconda e  terza si sviluppa, nella quarta si conclude con una battuta. Schulz ha sempre  sostenuto che il protagonista della serie era “il buon vecchio Charlie Brown”.  L’autore ha individuato i motivi del suo successo in alcune trovate. Prima la  coperta di Linus, scudo contro il mondo; La musica di Schroeder; l’albero  mangia –aquiloni che rende vano il tentativo di Charlie Brown di far volare il  suo aquilone; la cabina psichiatrica di Lucy dove il cartello posto di fronte  avvisa se il dottore è presenta o assente; Snoopy e la sua cuccia; la ricerca  del Grande Cocomero; la Ragazzina dai Capelli Rossi apparsa una volta negli  anni cinquanta e infine lo sport: dalle partite di baseball a quelle di  football. Il successo della serie è dovuto anche a diversi motivi. Attraverso  gli occhi dei bambini vengono rivelate le frustrazioni degli adulti e  rispecchiano nello stesso tempo le vicende di normali famiglie americane, viste  spesso con ironia. Possiamo assistere alle loro angosce e nevrosi. Basta  pensare alle pene d’amore per la Ragazzina dai Capelli Rossi, agli insuccessi  nel baseball, al culto del Grande Cocomero. 
  Riportiamo ora alcune curiosità. I Peanuts finirono  sulla Luna. 
  L’Apollo 10 che nel 1969 circumnavigò la Luna chiamò  Charlie Brown il modulo di comando e Snoopy il modulo lunare. La psicanalisi si  interessò della coperta di Linus, considerandola l’oggetto usato per passare  dalla relazione con la madre a quella del mondo esterno. Linus appunto non è  mai riuscito a superare quella fase. Naturalmente sono stati messi in vendita  articoli di ogni genere con l’immagine dei Peanuts: dai quaderni  all’abbigliamento; dai generi alimentari ai diari, dalle agende a vari pupazzi.  In Italia nacque una parodia di Linus. Venne creato :”Vinus”. Nella prima  copertina Vinus per combattere le sue nevrosi si attaccava a un fiasco di vino  rosso che beveva con la cannuccia. 
  Ma torniamo a quell’ aprile 1965, quando nelle edicole  appare il primo numero di Linus. Fin dalla copertina si nota la diversità  rispetto alle altre pubblicazioni. 
  In prima pagina c’è un bambino seduto, Linus, vestito  con un paio di brache corte e una maglia a strisce orizzontali,  si ciuccia il pollice e stringe contro la  guancia una coperta. In quarte di copertina, Linus in piedi cammina agitando un  cartello su cui c’è scritto :” arriva il Grande Cocomero”, dietro Charlie Brown  guarda perplesso.
  In prima pagina una breve presentazione della rivista,  non firmata, piena di buoni propositi e di cui riportiamo l’inizio:” Questa  rivista è dedicata per intero ai fumetti. Fumetti s’intende di buona qualità,  ma senza pregiudizi intellettualistici. Accanto alle storie e ai personaggi più  moderni e significativi come i Peanuts ( studiati ormai come un autentico  prodotto di cultura), la rivista intende presentare fumetti di avventura,  classici per l’infanzia, inediti giovani autori. L’unico criterio di scelta di  questa “letteratura grafica” è quello del valore delle singole opere, del  divertimento che ne può trarre il lettore,   oggi; non quello di un interesse puramente documentario o archeologico”.
  Accanto alla presentazione appare la celebre intervista  di Umberto Eco a Oreste del Buono e a Elio Vittorini.
  Vittorini ricorda di essersi interessato di fumetti fin  dai tempi del “Politecnico” dove c’era un’ appendice dedicata ai fumetti:  apparvero Li’l Abner e Barnaby , un grazioso bambino dalla disarmante  innocenza, che cerca di convincere i genitori che le buone fate esistono e gli  hanno inviato, come protettore un bravo e simpatico folletto, Mr. O’Malley. Lo  scrittore siciliano,esperto di letteratura americana, confessa di considerare  Schulz più artista di Salinger. Del Buono si dichiara un convertito a Charlie  Brown:” All’inizio non mi piaceva affatto. Però un certo punto è avvenuta  proprio una specie di rivelazione :Ho scoperto che i fumetti di Charlie Brown  sono assolutamente realistici. Ѐ avvenuta addirittura un’identificazione  :”Charlie Brown sono io. Da questo punto ho cominciato a capirlo. Altro che  comico, era tragico, una tragedia continua”. Conclude Umberto Eco secondo il  quale :” La forza di Charlie Brown è che ripete sempre con ostinazione, ma con  un senso del ritmo qualche elemento fondamentale. Come certo Jazz ripete con  ostinazione una certa frase musicale. Potremo quindi concludere dicendo: il  buon fumetto è quello in cui la ripetizione ha un significato e accresce la  ricchezza della storia, il cattivo fumetto è quello in cui la ripetizione  annoia e dimostra povertà d’invenzione”.
  Nel fascicolo, dopo i Peanuts, appare un’avventura di  Braccio di Ferro, uno dei più noti eroi dei fumetti. Poi Li’l Abner di Al Capp.  Un giovanotto tutto muscoli e  di  cervello limitato, ma non privo di buon senso. Figlio maggiore della famiglia  Yokum, appartiene alla rustica comunità di Dogpatch, un paese sperduto dove si  parla una lingua sgrammaticata. Chiude il numero uno della rivista uno dei  fumetti più poetici: Krazy kat  di George  Herriman. Nasce nel 1910, ha tre personaggi principali: un gatto, dal sesso  incerto; un topo, Ignazio; un cane pigro e ottuso con la stella di sceriffo  appuntata sul petto.
  Abbiamo preferito soffermarci sui Peanuts e sul primo  numero, perché sarebbe impossibile condensare cinquant’anni di una rivista in  una serata. Centinaia sono i personaggi apparsi sulle pagine di quella che era  prima” rivista dei fumetti e delle illustrazioni “; poi diventata” rivista di  fumetti e d’altro “, per adattarsi sin dal titolo ai mutamenti della società e  al gusto dei lettori. Linus cambia direttori, da Giovanni Gandini a Oreste del  Buono, da Fulvia Serra all’attuale Stefania Rumor. Cambia editori: Milano  Libri, Rizzoli, Baldini& Castoldi. Cambia formato e per un certo periodo  sospende le pubblicazioni. Impossibile citare tutti i personaggi  apparsi su Linus, ma impossibile non citarne  alcuni. Fanno il loro debutto sulla rivista
  Neutron di Guido Crepax dotato di poteri medianico e  soprattutto la sua partner che è Valentina Rosselli, fotografa milanese. Sarà  poi protagonista di storie a parte. Citiamo ancora il Corto Maltese di Hugo  Pratt , un capolavoro assoluto; la signora seduta di Copi ;  Bristow, l’impiegato paffuto con bombetta di  Frank Dichers , egoista e misantropo, la satira di Jules Feiffer ,; il giovane  opossum Pogo di Walt Kelly; Doonesbury di Garry Trudeau, una striscia satirica  in cui vengono difesi i motivi del dissenso e della protesta giovanile;  Paulette  di Pichard, fumetto sempre più  esplicitamente erotico tanto da scomparire dalle pagine della rivista. I testi  erano di Georges Wolinski, il maggiore autore satirico francese ucciso poi  nella redazione di Charlie Hebdo.  Dopo  il sessantotto ci fu una netta politicizzazione della rivista ,spostatasi tutta  a sinistra. Ne pagò le spese Benito Jacovitti, uno dei più grande autori del  fumetto italiano. In una storia richiestagli, su un disegno, con salami e  lische di pesce, spiccava un corteo di studenti contestatori e un tale che  passava con un cartello su cui c’era scritto:” Raglia,raglia ,giovane Itaglia”.  Per le proteste la stoia fu sospesa. Interrotto fu anche un fumetto futurista  di Paolo Echaurren su Marinetti, perché accusato di apologia del fascismo. 
  Una crisi profonda investe la rivista negli anni  successivi al sessantotto. Oreste del Buono così la racconterà : “I lettori  scomparvero da un giorno all’altro. Erano una moltitudine ieri, e oggi non  c’erano più. Restavano solo i vecchi, i miei coetanei, i nostalgici  incancreniti di Flash Gordon e Dick Fulmine, che ancora non riuscivano ad  abituarsi a Charlie Brown o a Pogo, i giovani invece se n’erano andati in massa  come per un grande esodo di Ferragosto. Ma questo Ferragosto durava anni. Erano  cominciate le agitazioni studentesche. Non è mio compito né mia intenzione di  fare dell’ulteriore retorica sul Sessantotto e dintorni. Non ho ancora digerito  l’orgia di retorica sul Quarantacinque e dintorni. No,intendo unicamente  sottolineare che i pacchi di rese che ci tornavano, da un punto di vista  pessimistico, potevano sì, significare che i nostri lettori ci avevano  abbandonati definitivamente, perché irrimediabilmente delusi della nostra  pochezza. Eppure, da un punto di vista ottimistico, potevano significare che  quelli che ora erano in prima fila nelle agitazioni studentesche, nel tentativo  di rinnovare e cambiare la palude, erano stati i nostri lettori, che erano  nostri lettori che avevano trovato qualcosa di meglio, di più importante da  fare che leggerci”. 
  Poi, con l’inizio di una ripresa delle vendite del Buono  cambia nuovamente la rivista. Il formato è dimezzato e sembra tornare il  successo. Nel 1992 Linus cambia nuovamente dimensione . Ma non torneranno mai  più le tirature dei tempi migliori. Anzi, scivola sempre più verso l’anonimato,  priva com’è di interesse e incapace di attrarre nuovi lettori. Il numero  dedicato ai cinquant’anni è lo specchio del malinconico tramonto a cui si avvia  la rivista. Vediamo ora cosa rappresentò nella storia del fumetto. Linus ebbe il  merito di favorire l’avvicinamento degli adulti ai comics, iniziato qualche  anno prima dal fumetto nero e horror. Il successo arrise al mensile per il  concatenarsi di diversi eventi favorevoli. La nascita del Gruppo 63 movimento  d’avanguardia, nato in polemica con la tradizione letteraria degli anni  cinquanta e impegnato alla ricerca di nuove forme espressive, non escluso il  fumetto. Del gruppo fecero parte, tra gli altri, Sanguineti, Anceschi, Eco,  Balestrini. Altro fattore l’influsso della Pop Art e delle altre avanguardie  americane sul fumetto specialmente ad opera di Roy Lichtenstein. Ancora in  quegli anni le nuvole parlanti divennero oggetto di critica e apparvero due  importanti saggi: Sortilegio a fumetti di Roberto Giammanco e Apocalittici e  integrati di Umberto Eco. Nel 1965 infine a Bordighera debutta la prima  edizione del Salone Internazionale dei Comics diretta da Luigi Volpicelli. In  questo clima nacque e s’ impose Linus con i suoi fumetti impegnati e  intellettuali.
Antonino Megali conclude la sua disamina riportando le  parole di Umberto Eco per l’anniversario: ”Allora credevamo solo di divertirci,  e mi accorgo che stavamo facendo storia. Storia minore, certo, ma indubbiamente  Linus ha contato molto per più di una generazione”.  
  
 
   
 
11 luglio 2015
Enciclopedia del Fumetto 1,  Milano Libri Edizioni 1969;
  G. STRAZZULLA, Fumetti di ieri e  di oggi, Cappelli 1977;
  I Peanuts di Schulz – Classici  del Fumetto, Bur, 2001;
  P. M. FARINA, La rivista «Linus».  Un caso editoriale lungo quasi mezzo secolo, Cargeghe, Documenta, 2013. 
  P. INTERDONATO, Linus. Storia di  una rivoluzione nata per gioco, Rizzoli-Lizard 2015;
  AA.VV., Linus cinquant'anni,  Baldini & Castoldi, 2015.
  
  
la manifestazione