Topolino, dal rinchiuso fatto ardito anzi gradasso al bestione in pieno muso scaglia dritto un grosso sasso. Così sulla copertina del primo numero di Topolino del 31 dicembre 1932, in grande formato ,composta da, come si chiamavano all’ora, tavole a quadretti.
Direttore è Paolo Lorenzini, nipote dell’autore di Pinocchio, che si firma appunto Collodi Nipote. Costo 20 centesimi.
In un’altra pagina un disegno rappresenta i redattori, i collaboratori e i correttori di bozze come tanti topolini ai loro posti di lavoro e sotto i seguenti versi in rima:”
Nato è questo giornalino/ che si chiama Topolino/ Nato sotto buona stella/ e stampato in veste bella. “
Una premessa: quando parliamo di questo compleanno ci riferiamo alla testata apparsa in Italia , non al personaggio, che, come Michey Mouse nacque nel 1928. Walt Disney lo lanciò nel cortometraggio  sonoro il 18 novembre di quell’anno.
Il film è la storia di Michey che fa salire la sua fidanzatina su un vaporetto e organizza per lei uno spettacolo musicale. Il filmato ebbe un successo travolgente.
Si dice che l’ispirazione di fare un topo protagonista di un fumetto venne a Disney durante un viaggio in treno da Hollywood a New York. Optò per quest’animale dopo aver scartato cani, gatti e conigli toppo sfruttati.
Doveva chiamarsi Mortimer Mouse.
Il nome fu poi cambiato perché giudicato toppo serio.
In realtà sembra che a creare il personaggio fu un altro disegnatore, Ub Iwerks e poi Disney se ne sia appropriato. Nei fumetti il debutto di Topolino avvenne nel gennaio 1930, sulle strisce apparse sui quotidiani degli Stati Uniti, nell’avventura Topolino e l’isola misteriosa.
Tra gli esempi di animali parlanti antenati del nostro eroe nel mondo delle strisce ci piace ricordare, tra i topi, Ignatz Mouse, perfido e maligno che affianca Krazy Kat, un gatto androgino, innamorato follemente del topo, il quale però lo disprezza e non fa altro che percuoterlo in testa con un mattone.
Un comic che è un vero capolavoro. Famosa anche la creazione di Pat Sullivan che nel 1923 disegna un simpatico gatto, Mio Mao (Felix The Cat) che vive in un suo mondo fantastico e fuori dalla realtà.
Le storie di Topolino furono realizzate da Ub Iwerks e poi da Floyd Gottfredson (che lo disegnerà per più di quarant’anni e resterà insuperato).
Fu Disney però a caratterizzarlo graficamente. Allora aveva il muso appuntito, grandi orecchie, corpo allungato.
Portava pantaloncini rossi con i bottoni gialli, scarpe e guanti bianchi. Agli inizi era un topo dispettoso, in lotta con il gatto Nip (antenato di Gambadilegno) che amava fare scherzi ai suoi amici, i cui effetti gli si rivoltavano contro.
Poi diventa  una specie di eroe in guerra contro il crimine: il suo eterno nemico Gambadilegno, il pirata Orango, il misterioso Macchia Nera. Ѐ questo il suo periodo migliore.
Quando poi incarna il prototipo del cittadino americano e pensa solo, da perfetto detective, ad assicurare i criminali alla giustizia come collaboratore fisso del commissario Bassettoni, perde gran parte del suo fascino.
Topolino ha una fidanzata, Minni, che lo aspetta sempre pazientemente.
Talvolta, in preda alla gelosia, fa finta di tradirlo con un altro personaggio della serie. Fedelissimo al topo è Pippo, un cane folle, sciocco , nato senza nome e chiamato solo” Cane matto”.
Vestito con abiti vecchi e scarpe bucate, combina sempre guai, ma qualche volte, involontariamente riesce a dare un aiuto fondamentale nel risolvere casi intricati.
Un altro personaggio presente fin dalle prime avventure è Pluto, l’unico non umanizzato, cane torpido e dormiglione che con il passare degli anni non ha subito mutamenti rispetto alle caratteristiche originali.
Oltre al già citato Gambadilegno, gatto malvagio e irredimibile, meritano una citazione due abituali partner di Topolino, poi diventati solo comparse: Orazio e Clarabella .
Il primo è un cavallo, raffigurato nudo con una bombetta in testa e la cravatta a farfalla annodata alla cavezza.
Onesto e coraggioso non si pone grandi problemi, privo com’è di perspicacia e di ingegno.
Ha per fidanzata la mucca Clarabella, che si era “tolte le tonsille per dare spazio alle corde vocali”, simbolo della donna frivola e vanesia, che si lascia facilmente corteggiare manifestando uno sdolcinato romanticismo.
Nel 1934 appare il più simpatico dei personaggi disneyani, in un altro cortometraggio, un collerico papero: Donald Duck.
Lo scalognatissimo Paperino diventerà in breve tempo più popolare di Topolino. Rappresenta l’uomo medio, pigro, senza un soldo, sfortunato, umiliato, ma che non si arrende mai. La sua fidanzata è la vanitosa Paperina, che per vendicarsi dei guai in cui la fa cadere lo tradisce col fortunato cugino Gastone.
I comprimari del papero verranno creati negli anni quaranta e cinquanta da Carl Barks.
Il più famoso è Zio Paperone, personaggio che ricorda Ebenezer Scrooge, l’avaro del racconto “Canto di Natale” di Charles Dickens.
Torniamo a quel dicembre 1932, quando il fiorentino Giuseppe Nerbini pubblica, primo al mondo, un intero giornale dedicato all’invenzione di Walt Disney.
Il giornale ha otto pagine, stampato a tre colori con i disegni di un italiano: Giove Toppi. Scomparsi gli autori americani.
L’editore ignorava però che erano comparse già da due anni le strisce di Michey Mouse. Nerbini credeva che per la pubblicazione in Italia bastasse l’autorizzazione di coloro che detenevano i soli diritti cinematografici per poi produrre le storie in Italia. costretto pertanto a regolarizzare la sua posizione con i rappresentanti dei diritti per i fumetti Disney nella nostra nazione. Nell’intervallo deve far uscire in edicola un paio di numeri cambiando la testata in Topo Lino con un protagonista totalmente diverso dall’originale.
Col numero cinque Nerbini annuncia “ai nostri cari lettori che ogni controversia per il titolo e la pubblicazione di Topolino è stata felicemente risolta”.
Quando però sul giornale furono presentate altre avventure come quelle di Cino e Franco, il direttore Paolo Lorenzini si dimise, considerandolo non più conforme ai suoi gusti artistici. Gli subentrò Mario Nerbini che modificò completamente la fisionomia della testata e creò una nuova rivista: L’Avventuroso. Arnoldo Mondadori ,indifferente fino ad allora ai fumetti, visto il successo delle pubblicazioni, raggiunse un accordo con Nerbini e dall’agosto del 1935 acquistò la testata.
Il nuovo direttore fu Antonio Rubino che portò tanti cambiamenti, sostituendo le didascalie a favore delle nuvolette, tolse le pagine con raccontini ormai fuori tempo, pubblicò riduzioni a fumetti di romanzi di Emilio Salgari. Mondadori, dopo qualche anno diede vita ad un nuovo settimanale :Paperino. Fu obbligato però a pubblicare con il marchio “Walt Disney “ le storie scritte e disegnate in Italia.
In questi anni avvengono importanti mutamenti culturali che interessano non solo la storia del fumetto, ma anche quella del costume.
Irrompe in Italia la diffusione di pubblicazioni americane con personaggi popolarissimi: Cino e Franco, Tarzan, Braccio di Ferro, Flash Gordon, l’Uomo Mascherato, Mandrake, Radio Pattuglia e l’Agente segreto X-9. Il successo di questi albi tra i giovani spinge perfino la Chiesa a promuovere il periodico “Il Vittorioso” che pubblica anche gran parte di queste avventure.
Il successo del fumetto americano trova però una forte resistenza nel regime fascista.
Inizia una stretta repressiva su queste pubblicazioni che culminerà nel 1938 quando Dino Alfieri, Ministro della Cultura Popolare, tramite il Direttore Generale Gherardo Casini, dirama una circolare con la quale impone:”l’abolizione completa di tutto il materiale di importazione straniera” e la”soppressione di quelle storie e illustrazioni che si ispiravano alla produzione straniera.
Un funzionario del Ministero, Ezio Maria Gray, che considerava i fumetti un sistema per “idiotizzare i ragazzini”, sottopose a Mussolini una lista dei personaggi da mettere all’indice. Con sorpresa si vide tornare il foglio con una postilla autografa del duce: Tutti, eccetto Topolino.
L’episodio considerato sempre una leggenda, è molto vicino alla verità.
Per Mussolini Disney fu un mito.
Quando vide in una proiezione privata Biancaneve e i sette nani lo definì un capolavoro. E un’altra volta fu sorpreso a canticchiare il motivo dei Tre porcellini.
Quando Disney venne in Italia fu ricevuto dalla famiglia Mussolini, alla quale regalò un Topolino alto come un bambino di dieci anni. I figli del duce, soprattutto Romano e Anna Maria erano accaniti lettori delle avventure dei personaggi disneyani.
Il periodico pubblicò con orgoglio la notizia che Romano aveva sottoscritto l’abbonamento nella rubrica “La posta di Topolino” nel 1936. E alcuni anni dopo tra gli” Artisti di Topolino” venne pubblicato il disegno di una casa di campagna della piccola Anna Maria.
I due confermarono la loro passione per il fumetto quando, nato il primo figlio al fratello Vittorio, proposero il nome di Guido ispirato a Guido Ventura come era stato ribattezzato Brick Bradford, uno dei tanti eroi dei fumetti di fantascienza.
Quando verrà dichiarata guerra agli Stati Uniti, Topolino scomparirà dalle pagine del suo giornale anche se la sua immagine resta nella testata.
Lo sostituisce un altro personaggio, Tuffolino che assomiglia al predecessore portando gli stessi pantaloncini rossi e le stesse scarpe gialle. Minni diventa Mimma e Pippo resta…Pippo. Topolino torna in edicola alla fine del 1945.
La vera rivoluzione avviene nel 1949 quando esce il Topolino libretto, grosso modo con le dimensioni dell’attuale settimanale. Su uno dei primi numeri appare la prima delle cosiddette Grandi Parodie, un filone che avrà grande successo.
Negli anni cinquanta le pagine di Topolino danno spazio alle lettere dei lettori inviati a personaggi famosi. Nasce la rubrica Gli amici di Mike Buongiorno e Fata Fantasia in cui a rispondere ai quesiti è Gina Lollobrigida. Con gli anni sessanta insieme al boom economico,  la rivista assume una veste editoriale sempre più elegante e raffinata e diventa settimanale. Nel corso degli anni settanta si assiste ad una più marcata libertà creativa dove prevale il desiderio di rinnovamento senza rinnegare la tradizione.
Topolino festeggia le Olimpiadi di Monaco, poi i Mondiali di calcio allegando nel primo caso una ricca collezione di medaglie e nel secondo album di figurine.
Il femminismo di quegli anni influenza il settimanale e nasce Paperinika, che combatte il maschilismo, compreso quello di Paperinik.
Fra le operazioni promozionali è anche da segnalare una collezione di francobolli di metallo. Così negli anni ottanta il settimanale affronta i problemi dell’inquinamento, della crisi energetica, dell’ecologia.
Quando nel 1988 la Disney subentra a Mondadori, oltre alla presenza di grandi firme inizia l’esplosione dei gadget. In una plastica biodegradabile vengono offerti un orologio digitale e una macchina fotografica.
Le promozioni seguono poi nel corso degli anni novanta con il Topobinocolo e il Topowalkie, una ricetrasmittente palmare che fa impennare la tiratura a oltre un milione di copie.
Col nuovo secolo iniziano i fumetti da primato. La storia di “Zio Paperone e l’incredibile avventura di Capodanno” è disegnata da 42 autori diversi, uno per ogni pagina.
Altri 40 artisti realizzano “Ciccio e il compleanno sottosopra”, entrata nel Guinnes dei Primati del 2006 come la striscia a fumetti più lunga del mondo. Si può tranquillamente affermare che in ottant’anni sulle pagine di Topolino è passata tutta la storia: il dopoguerra, il boom economico, la contestazione, la fine delle ideologie, la televisione, la cultura hippie, la crisi energetica, sempre in sintonia con i problemi delle nuove generazioni.
Per esempio con Archimede Piragorico apparirà un rimedio per viaggiare senza consumare petrolio. Sulle strisce sono apparse storie di cantanti, calciatori, giornalisti televisivi come Vincenzo Mollica che diventa Papero Vincenzo Paperica e per fino Gianni Agnelli e Silvio Berlusconi.
La pubblicità ha utilizzato i personaggi disneyani fin dalla loro nascita. La Fiat chiamò Topolino una delle prime utilitarie e collaborò con la Mondadori a realizzare una storia a fumetti per il lancio della 850.
La Banca Commerciale Italiana creò un libretto di risparmio chiamato “Topolino”.
La Repubblica di San Marino emise una serie di francobolli dedicati alle creazioni disneyane . Personaggi che ritroviamo pure nell’abbigliamento per ragazzi, nelle piastrelle in ceramica, negli occhiali, orologi carte da gioco, figurine, giocattoli.
Fin dalla sua nascita, nel mondo intero, per durata ed estensione, è un fenomeno unico tra i suoi fan vi figurano personaggi celebri. Il presidente Roosevelt ( Quel Topo mi piace. Ѐ un americano!), Frank Capra, Charlie Chaplin, Mary Pickford e Al Capone. La voce Mickey Mouse fu inserita nell’Enciclopedia Britannica e Madame Tussaud lo inserì nel suo famoso museo delle cere.
Topolino sbarcò in Normandia nel giugno1944. Infatti un corpo di soldati aveva assunto in nome di Mickey Mouse. Ezra Pound, in uno dei suoi Cantos esalta Disney perché contro le metafisiche.
Secondo Oreste del Buono Topolino è il primo vero eroe dell’avventura a fumetti: Avventuroso, amoroso, romantico, eppure radicato nella praticità, un cittadino medio promosso alla leggenda. Era un buon cittadino, sempre pronto a battersi per cause giuste, ma anche per i suoi interessi.
Ѐ di recente pubblicazione un libro di Giulio Giorello, La Filosofia di Topolino, per i tipi della Guanda. Il filosofo della scienza, in questa sua ultima fatica, riconosce ai fumetti la capacità di veicolare contenuti filosofici e ribalta l’immagine classica del Topo tutto legge e ordine. Secondo Giorello Topolino è un filosofo cartesiano, che utilizza concetti filosofici per affrontare le difficoltà della vita in modo pratico, non rigido.
Una filosofia definibile come empirismo libertario. Non ha nulla da invidiare a Russel, Lévi-Strauss o Feyerabend. Non a caso amavano il nostro eroe due grandi scienziati come il paleontologo Jay Gould e il premio Nobel per la Fisica Paul Dirac che arrivava a disertare le riunioni con i colleghi di Cambridge per leggere le avventure del Topo.
Anche quando appare un uomo di ordine-sempre secondo Giorello-Topolino è un libertario, diffidente verso le istituzioni, un genio perturbatore “capace di mettere in discussione la collezione degli stereotipi” e” sempre più dubbioso sul significato dell’Universo e il complicato mondo di idee che uomini e topi hanno costruito”.
“E pensare che tutto è nato da un topo”, commentò Walt Disney, quando vide l’affermarsi del suo impero. Il padre di Topolino è morto ad Hollywood il 15 dicembre 1966. Il suo nome era tra quelli proposti per il Nobel per la Pace. Tra i favorevoli Oriana Fallaci che concludendo un articolo sull’Europeo così scriveva pochi mesi prima:”Signori di Stoccolma, austeri signori che non avete mai udito un fiore che canta, non avete mai visto una sirena, non avete mai pianto dinanzi a un robot, non avete mai riso con i Tre Porcellini, non avete mai usato uno scheletro a fin di bene, signori di Stoccolma che deste il Nobel pe la Pace a Giuseppe Stalin: datelo a lui, questa volta. A Walter Elias Disney, abitante a Los Angeles, USA.
Anche se lui non lo vuole. Anche se dopo ci fa una barchetta e ci gioca nella vasca da bagno, scuotendo la testa.
E negli occhi maliziosi, distratti, una goccia zitta di malinconia”.

ShinyStat
4 aprile 2013

G. Strazzulla- Fumetti di ieri e di oggi- Cappelli 1977;
F. Fossati –Walt Disney e l’impero disneyano- Editori Riuniti 1986;
I classici del fumetto- Topolino Bur 1999;
Fumetti di Repubblica- Topolino 2003;
Gordducci –Gori-Lama: Eccetto Topolino –N P E 2011;
Topolino-Ottant’anni Insieme-Disney 2012:
Giorello-Cozzaglio-La filosofia di Topolino- Guanda 2013;