Si è voluto ricordare la figura di Gino Votano sia dell'uomo, del personaggio di cultura che del giornalista.
Ad egli è stato intitolato il premio ed a tale iniziativa la nostra associazione ha accettato di buon grado di partecipare a tale manifestazione.
La giornata è stata organizzata dall'associazione culturale "Teatro del Mediterraneo", sodalizio che opera sul  territorio da un ventennio ed in particolare nel quartiere di Archi.
Si è potuto toccare con mano una situazione ben diversa da quella comunemente conosciuta per altri motivi che non possono e non devono criminalizzare una intera collettività.
Essa, la prima nata in un territorio ad alto rischio criminalità, rivendica l'attenzione dedicata nel tempo ai diversi aspetti della comunicazione, come momento di crescita sociale e culturale della popolazione.
Ricerca, quindi come studio, divulgazione e sperimentazione nel campo della comunicazione, elementi atti a far ritrovare agli abitanti del quartiere la propria identità culturale e di rinsaldare un tessuto sociale provato dalla criminalità organizzata: questi gli intenti che il sodalizio persegue   sin dal momento della sua fondazione.
La prima parte della manifestazione è stata caratterizzata da alcune mostre sul quartiere allestite nel Centro didattico e dopo la visone del documentario "Il Ponte interrogativo" di Alessandro Gaeta, giornalista Tg1, è seguito il dibattito che ha visto la presenza dello  stesso autore, del sindaco  di Rosarno Gianfranco Saccomanno e di Francesco Votano giornalista Tg1, mentre i lavori dell'intera manifestazione sono stati coordinati dall'annunciatrice Rai Paola Mari.
Alla fine della prima parte dei lavori è stato premiato con una targa Alessandro Gaeta .
Nella sessione pomeridiana è stata ricordata la figura di Gino Votano, risultato alquanto toccante, visto anche il ricordo dei numerosi amici presenti alla manifestazione e che hanno voluto commemorare sia l'uomo che la persona di cultura.
Questo Convegno è il riconoscimento dovuto ad un uomo che ha dedicato la propria esistenza alla ricerca storica e alla raccolta di documenti sulla Calabria, su Reggio e il suo rione Archi, in modo particolare.»
Ma adesso la domanda, come dice qualcuno viene spontanea: ma chi era costui ? Ebbene, Gino Votano nacque ad Archi nel 1924, fu storico, studioso e animatore culturale nonché fondatore dell'Associazione  culturale "Teatro del Mediterraneo".
Dalle ricerche dello studioso sono emersi risultati straordinari,come quelli relativi all'area di Pentimele che fu il primo luogo abitato di Reggio.
La collina di Pentimele prende il suo nome in forza di una leggenda che parla di cinque bellissime fanciulle eguali nell'aspetto che abitavano sulla collina, le quali per farsi distinguere dai corteggiatori, al tramonto intonavano cinque canti diversi (da qui penti mele = cinque canti).
Intorno al XIII secolo a.C. e fino al XII si hanno notizie della presenza di tribù Ausonie ed Eoliche.
Infatti il toponimo Lupardini, secondo il Roholfs risale al termini Liparini, cioè di Lipari; l'isola da cui giunse il re ausonio Giocasto, che fonti storico-letterarie Eraclide Pontico e Diodoro Siculo) confermano abbia fondato il suo regno nei paraggi di Reggio nell'età del Bronzo recente (XII secolo a.C.).
Il culto di Giocasto fu tramandato dai Calcidesi che coniarono delle monete con la sua immagine nel V secolo a.C..
Le stesse fonti confermano che il celebre e mitico menhir di Giocasto (1268 a.C.) sorgeva appunto alla base della collina di Lupardini.
Giocasto, figlio di Eolo, sovrano delle Lipari, re di Reghion (1289 a.C.) fu ucciso secondo la leggenda da un drago.
Reggio fu sede di antiche Scholae e Confraternite, dalle orfiche alle pitagoriche.
L'orfismo (XII secolo a.C.) vive nella dialettica  materia-spirito e nel suo svolgimento  ciclico, la materia, intesa come suprema iniziazione.
In questa visione vanno lette la morte di Giocasto, il rinsavimento di Oreste, l'assassinio di Kroton.
Herakles, passando con i suoi armenti da Pallanzio Reggina, tributò il suo omaggio al gigantesco menhir di Giocasto (1244 a.C.).
Gino Votano nella sua narrazione puntuale afferma che nella vallata  del Rosignolo fu eretta la chiesa di S.Maria del Bosco o dell'Arco.
Da qui Archi al villaggio reggino.
Nell'era quaternaria a Lupardini viveva il pinguino boreale, detto Alca Impennis.
Nel medio pleistocene (50.000 a.C.) nelle alture di Lupardini giocava un bambino di cinque anni (il prof. Adolfo Berdar rinvenne una mandibola del bambino di Neandhertal).
Sulla collina di di Pentimele vivevano cervi, rinoceronti ed elefanti.
La leggenda narra che Oreste infisse nella roccia la sua spada di bronzo e innalzò in un boschetto (vallata del Rosignolo) vicino Reggio un Tempio in onore di Apollo Minor.
E proprio nel porto che sorgeva di fronte la collina di Pentimele, sbarcò nel 62 d.C. San Paolo, che si fermò nel vicino tempio di Diana, da dove inizio la testimonianza della sua fede che poi porterà a Roma, allora centro del mondo.
Tutto questo ci narra Gino Votano, con semplicità e ricchezza di contenuti dei suoi lavori che meriterebbero di essere pubblicate in modo che possano utilmente servire anche in un ambito più vasto ed essere un punto di riferimento civile a quei giovani che guardano alla terra dove vivono come un quartiere attualmente in degrado.
Questa "Storia" può rappresentare un'eredità,una storia così nobile non può essere dimenticata,  ma invece rivalutata e rivissuta nelle scuole, nella toponomastica, ma,soprattutto, nella coscienza civile dei suoi abitanti.
Dopo l'assegnazione dei premi giornalistici si è passati al tema "Comunicazione e Istituzioni" cui hanno partecipato Carlo Parisi, segretario del sindacato giornalisti calabresi, Giuseppe Soluri, Presidente dell'Ordine, Giuseppe Aprile, Direttore Responsabile sia del giornale nazionale "il Paese Possibile" e de "Il  Tribuno", Gianfranco Cordì,  responsabile della "sezione cinema" del Circolo
Culturale L'Agorà.
Il dibattito che ne è scaturito è stato interessante sia per le autorevoli presenze, per lo stimolante argomento che per gli interventi.
Come l'intervento di Gianfranco Cordì si è basato sulla situazione attuale ed al rapporto comunicazione ed istituzione, che secondo il relatore, oggi rappresenta un qualcosa di  urgente.
Infatti a riguardo tale rapporto sembra essere non la notizia edulcorata (quella resa morbida dai vari Fede, Giordano o vattelapesca), ma è la notizia che non passa, in altre parole: la notizia che non viene data.
Il relatore ha posto l'accento anche sui fatti recenti e nella fattispecie quelli relativi a Sabina Guzzanti che si è vista chiudere, su Rai Tre, il suo programma dopo una sola puntata, Dario Fo che si è visto censurare il suo spettacolo "L'anomalo bicefalo" dal "Piccolo" di Milano o che lo stesso Presidente del Consiglio, minaccia, in questi giorni di voler chiudere dei giornali.
E Paolo Flore D'Arcais che di recente dichiara testualmente: "In televisione l'informazione non passa più".
La disamina di Gianfranco Cordì è stata anche un'analisi storica, come ad esempio quella relativo al famoso "ventennio", dove: « il vero problema del fascismo non fu, paradossalmente, il fascismo stesso ma tutta la società civile che scaturì dal fascismo: società civile e comunicazione, dunque» .
Nella parte conclusiva del suo intervento.Gianfranco Cordì, ha evidenziato la "strana" situazione in cui si  trova il sodalizio culturale di cui egli fa parte, e cioè che i comunicati stampa non vengono pubblicati da alcuni quotidiani locali: questa è la vera censura, non la notizia di parte (di destra o di sinistra che dir si voglia), ma la notizia che non c'è.
E, come tutti sappiamo, oggi, sempre più: se non appari non esisti. Per citare un'altra magnifica canzone, di Ron,  il punto è che: “alle ragazze non chieder niente/perché niente ti posson dare/se il tuo nome non è sui giornali/o si fa dimenticar”.
Gianni Aiello ha parlato di diritto all'informazione, della carta costituzionale e di certe “aperture informative” a manifestazioni che si svolgono in questa dormiente città a dispetto di altre.

ShinyStat
20 dicembre 2003