"Il centenario della grande guerra" è il contenitore  di una serie di incontri organizzati dal Circolo Culturale "L'Agorà" di Reggio Calabria inerenti al periodo storico in argomento, i cui risultati sono consultabili in scrittura ed in video sul portale del sodalizio culturale reggino in: http://www.circoloculturalelagora.it/centenario1stwar.htm.
Nella pagina internet sopra richiamata sono elencati per data ed argomento le conversazioni culturali organizzate fino al momento.

Il programma quadriennale (2014-2018) di tale progetto culturale,  per la valenza ed il significato, per la valenza ed il significato di tale programma ha ricevuto l'Alto Patronato delle Ambasciate di Austria, di Ungheria, della Repubblica Ceca e della Repubblica Slovacca.
La nuova proposta organizzata dal Circolo Culturale "L'Agorà" sul tema „Il Patto di Roma e la legione ceco-slovacca" si è svolta presso la prestigiosa location del Convitto Nazionale „Tommaso Campanella” di Reggio Calabria alla quale ha presenziato il prof. Francesco Leoncini,  massima espressione italiana relativa alla storia ceco-slovacca e nel contempo autorevole interprete della realtà politica e sociale della Mitteleuropa.
Nel corso della conversazione culturale lo storico prof. Leoncini ha evidenziato che il “Patto di Roma” (8-10 aprile 1918) rappresenta uno dei momenti “alti” della storia del nostro Paese, nel quale l'Italia conduce la regia del cambiamento in Europa, ponendosi alla guida di quelle delegazioni unite negli intenti per l'indipendenza dei popoli dell’area danubiano–balcanica dall'Impero austro-ungarico.
Le linee guida del concordato capitolino tracciano le geografie della nuova Europa e nel contempo la demolizione della monarchia danubiana ma anche i nuovi rapporti tra l'Italia e  la nuova realtà jugoslava, permettendo così all'Italia il superamento del Patto di Londra e nel contempo la progettazione di un disegno di largo respiro che permetteva così al Paese di porsi al centro di una interessante geopolitica nello scacchiere del continente europeo.

Quindi quando formulato in Campidoglio rivolgeva anche uno sguardo alla realtà slava con la quale l'Italia deve confrontarsi anche in virtù della nuova realtà sia geografica che istituzionale.
Riemerge l'idea mazziniana che ubicava il Risorgimento della penisola nel contesto della  rinascita nazionale dei popoli europei, tra i quali venivano attenzionati quelli ubicati nell'area della "Grande Illiria", quindi a pochi chilometri al di là del mare Adriatico.
Giuseppe Mazzini aveva specificato che i confini d'Italia non andavano oltre Pola (evidente il rimando a Dante Alighieri) e che l'Istria era italiana, ma dopo Fiume bisognava confrontarsi con la nuova realtà slava, rivitalizzando ed attualizzando quell'onda liberl-democratica indirizzata ad un patto strategico con i movimenti di rinascita nazionale dell'Europa centrale.                 
Tra l'altro, la successiva istituzionalizzazione di un “Esercito Czeco-Slovaco unico ed autonomo posto dal punto di vista nazionale,  politico, giuridico, sotto l’autorità del Consiglio Nazionale dei Paesi Czeco-Slovachi” di Parigi, rappresenta l'ensemble allo zenith della nuova svolta nella politica estera italiana a favore dell disfacimento della Monarchia asburgica ed il conseguenziale riconoscimento dell’indipendenza delle nazionalità che avrebbero ridisegnato le nuove geografie.

Il saggio storico "Il Patto di Roma e la Legione Ceco-Slovacca. Tra Grande Guerra e Nuova Europa" (Kellermann editore), a cura del Prof. Francesco Leoncini è il risultato di diverse chiavi di lettura di vari autori che ebbero a partecipare al convegno svoltosi nella Certosa di San Lorenzo di Padula (Salerno), «Dov’è la Patria Nostra. Luoghi, memorie e storie della Legione ceco-slovacca in Italia durante la Grande Guerra» con la presenza dell'’Ambasciatore della Repubblica Ceca a Roma Petr Burianek, e  l’Ambasciatore della Repubblica Slovacca a Roma Maria Krasnohorska.
E proprio a Padula, all'interno della maestosa Certosa di San Lorenzo, vennero alloggiati , a più riprese (nel biennio 1916-1918 si annoverano oltre 10.000 unità), i prigionieri cecoslovacchi, molti dei quali andarono a formare  la Legione “czeco-slovacca”, che affiancò l'esercito italiano nelle varie operazioni militari che si svolser  sul Piave e nel Trentino nella parte finale della grande guerra.
C'è anche da evidenziare che Edvard Beneš  fu in visita a Padula nel settembre del 1917 e che altri nomi di alto profilo ruotavano nella sfera del Comitato ceco-slovacco che operava nella capitale transalpima, tra i quali  Tomáš Garrigue MasarykMilan Rastislav Štefánik.
È proprio il sud della Penisola italiana ad non avere un ruolo marginale anche a riguardo la grande guerra e le conseguenze relative agli esiti della stessa, come specificato alla costituzione dei nuovi ruoli geografici e per quanto organizzato proprio nella Certosa di Padula.
Ed a tal riguardo lo storico Francesco Leoncini rivolgendosi all'uditorio evidenzia che in diverse occasioni ha sottolineato che risulta necessario partire dal Mezzogiorno d'Italia per „studiare la storia dell’Europa centrale. Da Palermo Federico II di Svevia governava il Sacro Romano Impero e concedeva con la Bolla siciliana del 1212 la dignità regia al duca boemo Otakar I e ai suoi successori. Gli Angioini si estesero dall’Italia meridionale al Regno d’Ungheria, che con Luigi d’Angiò ebbe la sua massima espansione, dal Baltico all’Adriatico”.
Il concordato dell'isola egea di Corfù il 20 luglio del 1917 (creazione di uno Stato jugloslavo), le varie vicende inerenti alla Legione ceco-slovacca che si distinse sul campo nel corso della battaglia del solstizio (giugno 1918), le nuove geografie nella parte orientale europea dopo la fine delle ostilità, l'accorto atteggiamentodel ministro degli esteri del periodo Sidney Sonnino, sono alcuni dei tanti aspetti presenti nel volume in argomento.
Tra l'altro nello stesso saggio vengono analizzate diverse circostanze che per lungo tempo  sono rimaste nell'oblio della memoria nonostante hanno avuto la loro valenza in tale periodo storico, così come quando il Patto di Roma venne sostituito dalla vittoria mutilata, programma facente parte delle linee guida della politica nazionalista che determinò l'avanzamento del fascismo nella penisola italiana.
Una pubblicazione che spiega ed analizza le varie difficoltà e resistenze che ebbe in un primo momento prima della stipula del concordato romano a riguardo le „nazionalità oppresse”, come ad esempio di una „legione jugoslava” e di come si diceva in apertura a riguardo la politica estera italiana, secondo la linea di pensiero mazziniana, di quella idea di nazionalità, e di quella astensione alla pretesa di nuove aree geografiche nell'area balcanica tutto ciò al fine di far rivestire alla politica estera italiana un ruolo diverso nelle nuove geo-politiche.
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18 marzo 2017
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