
Giunge alla XXVI edizione la giornata di studi,  organizzata dal Circolo Culturale “L’Agorà” e dal Centro studi “Gioacchino e  Napoleone”, denominata “Gioacchino Murat: un Re tra storia e leggenda”. Le conversazioni culturali, articolate in giornate  di studi, si rinnovano annualmente a far data dal 1995. Esse rappresentano un  giusto momento di riflessione, in Calabria, dove si rievoca la figura di  Gioacchino Murat nel giorno della sua scomparsa, caratterizzate dalla presenza  di autorevoli studiosi. Le giornate di studio poggiano le loro basi sull’analisi di variegati  documenti, facenti parte di un periodo storico che ebbe il merito di portare in  Italia le esperienze e le conseguenze della rivoluzione francese, tramutando il  quadro politico e sociale del nostro territorio, ancora ancorato ad un sistema  feudale. La storiografia ufficiale ha oscurato la sua azione  democratica, tesa al liberalismo ed alla costituzione di una nazione, un Regno  unito, indipendente, secondo i modelli illuministici. Il periodo, comunemente indicato come “decennio francese”, ha inizio il 14  gennaio 1806, giorno dell’entrata in Napoli di Giuseppe Bonaparte, fino  all'amministrazione di Gioacchino Murat, che rimase a governare il Regno fino  al marzo 1815. Le giornate di studio poggiano le loro basi sull’analisi di variegati  documenti, facenti parte di un periodo storico che ebbe il merito di portare in  Italia le esperienze e le conseguenze della rivoluzione francese, tramutando il  quadro politico e sociale del nostro territorio, ancora ancorato ad un sistema  feudale.
La nuova edizione ha registrato le presenze, in  qualità di relatori, di Gianni Aiello (Presidente delle due co-associazioni  organizzatrici) sul tema “Il caso Ferdinando Bonnemain” e della ricercatrice  toscana Elena Pierotti su “Re Gioacchino Murat: un uomo al servizio della causa  nazionale italiana ancora poco conosciuto. Documenti inediti”. Nel corso del primo intervento, a cura di Gianni  Aiello, “Il caso Ferdinando Bonnemain” è emerso dalla lettura dei documenti in  argomento, la presenza a Reggio Calabria di Ferdinando Bonnemain, Commissario  ordinatore del Regno di Napoli, Cavaliere dell’Ordine Reale delle due Sicilie.  Il documento analizzato da Gianni Aiello, tra l’altro frutto di diverse ed  elaborate ricerche archivistiche da parte dello stesso ricercatore, rappresenta  un ulteriore spaccato della vita cittadina, durante il periodo napoleonico. La ricercatrice toscana Elena Pierotti è intervenuta  su “Re Gioacchino Murat: un uomo al servizio della causa nazionale italiana  ancora poco conosciuto. Documenti inediti”. Il Re di Napoli Gioacchino Murat,  durante i cento giorni di Napoleone, dichiara guerra all’Impero austriaco per  impedire il tentativo di restaurazione dei Borbone sul trono napoletano e, allo  stesso tempo, per sostenere l’Imperatore francese. L’esercito di Gioacchino Murat si propose come  campione d’indipendenza italiana ma fu sconfitto a Tolentino, in provincia di  Macerata, dalle truppe austriache. Dopo la sconfitta di Murat, il 7 maggio,  l’Austria restituì allo Stato Pontificio i territori del centro Italia occupati  dai soldati di Murat.A riguardo gli attriti ed  alle divisioni all’interno della famiglia Bonaparte che una certa storiografia  ci ha tramandato – continua la ricercatrice toscana – non risulta, infatti  –prosegue Elena Pierotti – i componenti della famiglia Bonaparte rimasero in  simbiosi sempre per poter accogliere non solo la loro indubitabile fortuna ma  anche quei valori rivoluzionari di cui l’intero nucleo familiare si era fatto  promotore. Gioacchino Murat, quando Napoleone Bonaparte era relegato all’Isola  d’Elba, prima dei cento giorni, collaborava già alacremente con Eugéne de  Beauharnais, il figlio adottivo di Napoleone Bonaparte, che a Milano aveva  inteso creare uno Stato, con l’intento di rappresentare il nord Italia sul  piano politico; Stato che mai decollò ma che lo vide favorevole a farsi  italiano.  

