Continuano i rapporti interculturali e di amicizia con l'Ungheria, tramite le iniziative di vario target da parte del Circolo Culturale “L'Agorà” ed il Centro studi italo-ungherese “ÀRPÀD”, laboratorio di ricerca del sodalizio reggino.
Tali manifestazioni hanno  il merito di consolidare le fondamenta culturali tra il tra i due paesi e recuperare quella memoria e ricomporre il mosaico della storia del territorio composto da tanti tasselli, da tanti colori, esperienze, tra cui quella relativa alle presenze ungheresi che si sono susseguite con lo scorrere delle lancette del tempo.
Si è trattato di due manifestazioni ospitate presso la  Scuola di Studi Superiori “Dániel Berzsenyi” di  Szombathely (Szombathelyi Bezsenyi Dániel Tanárképzõ Fõiskola) ed aventi come tema “Prigionieri austro-ungarici a Reggio Calabria durante il primo conflitto mondiale” incontro che si è svolto nel corso della prima giornata, mentre la seconda è stata quella relativa a “Le milizie ungheresi nella Calabria medievale”.
Anche nel secondo appuntamento Gianni Aiello ha avuto il modo di confrontarsi con gli studenti del luogo esponendo la relazione relativa all'argomento in questione e nel contempo percorrendo un iter cronologico di fatti e personaggi che hanno caratterizzato  il mondo magiaro ed il Mezzogiorno d'Italia e nella fattispecie la parte più a Sud della penisola.
Durante l'esposizione di tali avvenimenti Gianni Aiello ha voluto evidenziare l'importanza del “Mare Nostrum”  che da sempre ha assunto un ruolo di  contenitore di diverse culture e popolazioni che con i loro continui spostamenti  hanno interessato una vasta area geografica, favorendone sia gli scambi commerciali che culturali.
Tali periodi di floridezza si alternavano anche con quelli delle guerre, proprio in quel Mediterraneo giusto crocevia di “scontri culturali” e non solo con varie  diversificazioni di popoli che provenivano sia dal Nord che dall'est europeo.
Nelle lands del bassopiano danubiano  vivevano i magiari, popolazione formatasi a seguito dell'unione di alcuni ceppi etnici tra cui quelle turche con quelle di origine irano-caucasiche.
Da questa “fusione” iniziò quella fase migratoria che condusse i magiari verso geografie più occidentali rispetto ai luoghi di origine e nello specifico l'attuale bassopiano ungherese dal quale intrapresero continue azioni incursive verso i territori dell'Europa occidentale come Germania, Francia ed Italia.
Proprio nella penisola i magiari furono presenti in più occasioni, come nell'anno 898 con le presenze nell'area della laguna veneta ed a tal proposito Gianni Aiello cita la pubblicazione dello storico francese Jacques Le Goff che così ne descrive le gesta «… L’invasione magiara si svolge secondo il solito schema. Nel VII secolo gli Ungari si stabiliscono nello stato dei Kazari, turchi convertiti al giudaismo e stabiliti nel basso Volga, dove controllano un commercio molto prospero fra la Scandinavia, la Russia e il mondo musulmano. Ma verso la fine del IX secolo altri Turchi, i Peceneghi, distruggono l’impero kazaro e spingono verso est gli Ungari. Questi ricordano agli Occidentali gli Unni. La stessa vita a cavallo, la stessa superiorità  militare di arcieri. L’avanzata incomincia a partire dall’899 : Friuli, Veneto, la Lombardia, la Baviera, la Svevia… sono tra le prime aree interessate». (1) 
Successivamente alle date sopraindicate dal Le Goff, relative alle presenze ungherese sul territorio della penisola italiana, vi sono anche quelle che vanno dal 921 al 924, nella pianura padana e lungo il percorso del fiume Po e successivamente anche nel Mezzogiorno come a Capua, Benevento ed anche lungo la costa pugliese e la penisola salentina.
Tra l'altro le milizie ungheresi furono impegnate sia durante la guerra arabo-bizantina con la riconquista di Reggio Calabria durante la guerra arabo-bizantina.
Infatti nel 1027 viene conquistata dal contingente multinazionale, diretto dal Capitano pugliese Bugiano di Andronico (imperatore Costantino VIII), composto da bulgari, russi, turchi, polacchi, macedoni ed anche ungheresi.
Mentre durante la guerra gotica-bizantina altre presenze magiare in Calabria al seguito dell'esercito bizantino e nello specifico nella zona di Lungro (Cosenza) dove alcuni storici locali ipotizzano che l'origine del nome della località in questione deriva da quelle di Ungarum, forse dovuto al ritrovamento di un teschio di guerriero ungherese in quella zona.
Altre cifre di un certo rilievo che sono emerse durante la piacevole ed attenta conversazione di Gianni Aiello riguardano gli aspetti relativi alla nomastica e toponomastica come quelli di alcune località, come ad esempio quella sopra menzionata oppure alcuni cognomi come quelli di Buda, Berta, Ungaro.
Ma anche quelli relativi  al tema agiografico: Gianni Aiello ha fatto riferimento alla figura di San Ladislao re d'Ungheria, venerato anche nel Meridione d'Italia, durante l'amministrazione angioina e di cui una pala che lo raffigura è  ubicata presso la chiesa di S.Maria della Consolazione di Altomonte (CS).
Nella seconda della relazione è stato trattato il tema relativo alla presenza degli ungheresi nella parte meridionale della penisola italiana.
Infatti ciò si ebbe a verificare a seguito dell’assassinio di Andrea d'Ungheria, fratello del sovrano ungherese Luigi I il Grande (Nagy Lajos), figlio primogenito di Carlo Roberto d'Angiò e di Elisabetta di Polonia.
Tale grave crimine avvenne ad Aversa nella notte tra il 18 ed il 19 settembre  del 1345 a seguito di una congiura nei confronti di Andrea d’Ungheria aspirante al trono  del Regno di Napoli.
La notizia del delitto di Andrea d’Ungheria, avvenuta per strangolamento nel Convento del Murrone, giunse alla corte del fratello Luigi I il Grande(Nagy Lajos), il quale in un primo momento inviò in data 1° maggio del 1346 alcuni ambasciatori a Roma per chiedere al Sommo Pontefice del periodo, Papa Clemente VI , di sollevare la sovrana del Regno di Napoli, Giovanna, moglie dello scomparso Andrea, e, nel contempo affidare il figlio Carlo alle attenzioni della nonna materna Elisabetta.
Inoltre nel periodo del giovane erede al trono del Regno di Napoli Carlo che il reame fosse amministrato e diretto dall’istituto del Consiglio di Reggenza, una sorta di organo di controllo.
Ma le indicazioni del sovrano ungherese Luigi I il Grande(Nagy Lajos) indirizzate al Pontefice Clemente VI non ebbero a rilevarsi appaganti per gli angioni del ramo ungherese e ciò diede seguito all’armamento dell’esercito ungherese.
Infatti l’armata magiara doveva dirigersi alle volte di Zara, sulla costa adriatica dei Balcani, per poi imbarcarsi e dirigersi sui territori di competenza del Regno di Napoli.
Ma tale operazione venne rinviata a seguito della rivolta della popolazione di Zara nei confronti della Repubblica di Venezia che in quel periodo amministrava il territorio.
Altro dato emerso è quello del matrimonio della sovrana Giovanna  che in data 20 agosto 1347 si congiunse in seconde nozze con il cugino Luigi di Taranto.
La manovra militare ebbe inizio in data 3 novembre dello stesso anno con la partenza dell’armata ungherese diretta dal sovrano ungherese Luigi I il Grande(Nagy Lajos), questa volta non venne scelta la via marittima ma quella terrestre.
Infatti il forte esercito ungherese da Buda giunse ad Aquileia, dove molta popolazione del luogo di unì alle milizie ungheresi aumentando numericamente lo stesso contingente che lungo il suo percorso otteneva simpatia da parte delle popolazioni locali anche a seguito delle varie azioni diplomatiche che il sovrano Luigi I il Grande(Nagy Lajos) stipulava con gli enti territoriali interessati dal passaggio dell’armata ungherese che giunse a Benevento in data 11 gennaio del 1348.
Dalle lands sannite le operazioni militari si diramarono per tutto il territorio peninsulare ed interessarono anche l’area della provincia di Reggio Calabria con presenze di guarnigioni militari ungheresi di un certo rilievo numerico come ad esempio nel territorio della Città di Sant’Agata, oggi zona di Cataforio (Reggio Calabria) dove è presente il cognome Berta.
A riguardo le sopra menzionate operazioni militari c’è da ricordare che un contingente ungherese diretto dal sovrano Luigi I il Grande(Nagy Lajos) giunse nella capitale del Regno di Napoli dove conseguì diversi attestati di simpatia e solidarietà da parte dei alti ceti della città partenopea, fra i quali Carlo di Durazzo cognato di Giovanna I.
Tali certificati di stima da parte del sopra citato Carlo di Durazzo non furono utili alla sua persona, infatti egli venne ucciso nello stesso luogo e con le stesse modalità con le quali trovò la morte Andrea fratello del sovrano ungherese Luigi I il Grande(Nagy Lajos): ad Aversa nel convento del Murrone venne ucciso da parte di un soldato ungherese che poi lo fece precipitare dalla stessa finestra dalla quale era stato gettato il corpo di Andrea.
Nella parte finale della conferenza tenuta da Gianni Aiello sono stati trattati anche gli aspetti prettamente militari, come le varie battaglie che si svolsero sul territorio come quella avvenuta nel 1349 dove si distinse Filippo Misbano, un alto graduato che guidò l’esercito ungherese alla vittoria nei confronti dell’esercito avversario, quello della regina Giovanna, diretto dal Conte di Chiaromonte.
Altra interessante figura del periodo è quella del “milites” Andrea di Ruggero, nobile di Tropea, anch’egli sostenitore della causa ungherese.
Altri aspetti trattati nel corso della giornata di studi sono stati quelli politici ma anche quelli di cronaca come ad esempio la peste che colpì il Mezzogiorno in quel periodo.
I dati emersi dalla conferenza sono tasselli importanti del passato ed hanno lo scopo di ricomporre il mosaico della memoria storica relativa non solo ai rapporti tra la dinastia degli Angioini del Regno di Napoli e quella del Regno d'Ungheria,ma nel contempo indirizzata al recupero dei contatti storico culturali tra due paesi, che pur se lontani geograficamente sono accomunati da una serie di vicende storiche che accomunano Ungheria e Mezzogiorno e nello specifico la provincia di Reggio Calabria lunghe oltre mille anni.

ShinyStat
7 dicembre 2007
(1) J. LE GOFF, “La civiltà dell'Occidente Medievale", Einaudi,1999.