Nuovo incontro da parte del Circolo Culturale “L'Agorà”, presieduto da Gianni Aiello, sul tema “Il centenario della grande guerra, che per la valenza ed il significato di tale programma quadriennale 2014-2018 ha ricevuto l'Alto Patronato delle Ambasciate di Austria, di Ungheria, della Repubblica Ceca e della Repubblica Slovacca.
Tale progetto culturale è strutturato su una serie di iniziative che proseguiranno sino al 2018 indirizzate ad una lettura su quel periodo storico e sulle conseguenze di quegli eventi bellici che  modificarono il percorso politico e geografico dell'Europa che dal periodo della "Belle Époque " si trovò coinvolta in un inferno di fango e di sangue che a seguito di quelle conseguenze ne determinarono in modo incisivo il corso della storia contemporanea.
La seconda conversazione, organizzata dal sodalizio culturale reggino si è basata "L'interventismo di Mussolini durante la grande guerra".
A seguito dell'attentato di Sarajevo del 28 giugno del 1914 ad opera dello studente nazionalista serbo-bosniaco Gavrilo Princip, che costò la vita dell'arciduca Francesco Ferdinando, erede al trono d'Austria-Ungheria, e di sua moglie Sofia, il vecchio continente europeo venne trascinato in una guerra che causò la morte di oltre 9 milioni di soldati e almeno 5 milioni di civili.
Alla vigilia della guerra l'opinione pubblica italiana era fortemente divisa sulla partecipazione o meno del Paese a quei fatti bellici: ebbero la meglio gli interventisti, tra i quali vi era Benito Mussolini.
Dopo l'introduzione di Antonino Megali, socio del Circolo Culturale “L'Agorà”, la parola è passata all'onorevole Fortunato Aloi che nel corso del suo intervento ha effettuato una panoramica sul tema argomentato nell'apposita giornata di studi, riproponendo anche dei passaggi significavi relativi ad un suo precedente argomento “Neutralismo” cattolico e socialista di fronte all’intervento dell’Italia nella 1ª Guerra Mondiale”, trattato lo scorso 9 agosto 2014, nel corso di una giornata di studi organizzata  dal Circolo Culturale “L'Agorà”.
Con l'inizio delle ostilità comincia in Italia l'acceso dibattito tra interventisti e neutralisti ed a tal riguardo una linea sottile divideva gli italiani in tal senso e tale margine venne rotto dal governo Salandra che optò per l'entrata in guerra, nonostante la prevalenza del parlamento fosse contraria a ciò.
Ma c'era anche da tenere conto anche quanto concordato (all'insaputa degli alleati degli Imperi centrali nella Triplice Alleanza) a Londra il 26 aprile 2015, dove venne stipulato tale accordo in gran segreto e tale decisione venne assunta, all'insaputa del Parlamento italiano, dal Presidente del Consiglio Antonio Salandra, dal Ministro degli Esteri Sidney Sonnino, con il consenso del Re Vittorio Emanuele III.
In tal contesto storico la figura del giovane Benito Mussolini che passa da una prima fase “neutralista”, quando dirigeva l'Avanti! a quella decisamente “interventista” come si evince a chiare lettere dai suoi resoconti pubblicati sul Popolo d'Italia.
Già in passato Benito Mussolini fece parte a manifestazioni antimilitariste, tenendo anche conto che per non sottoporsi al servizio di leva nel 1902 emigrò in Svizzera, dove per il suo attivismo venne di volta in volta espulso da ogni cantone elvetico.
L'attività giornalistica, dopo la parentesi svizzera, in Italia ha inizio nel gennaio del 1910, quando a seguito della nomina del Mussolini a segretario della Federazione socialista di Forlì, lo stesse ebbe a dirigere il settimanale “L'idea socialista” che successivamente assumerà , su idea dello stesso Mussolini, la nuova denominazione di “Lotta di classe” .
A far data dal 5 agosto 1911 pubblicò diversi articoli sul periodico da lui diretto in chiave antimilitarista, partecipando nel contempo a diverse manifestazioni,  come quella del 25 settembre del 1911 inerente alla guerra contro l'Impero ottomano che lo stesso Mussolini descrisse come un “atto di brigantaggio internazionale”.
Successivamente, siamo in data 1° dicembre del 1912, Mussolini divenne il direttore del quotidiano “L'Avanti!” .
Incisivi, pungenti sono i resoconti giornalistici del giornalista Mussolini che attraverso i suoi articoli mira a trasmettere il suo messaggio ad un vasto numero di lettori.
Il 26 luglio del 1914 il giornalista Mussolini pubblicava su l'Avanti! un pezzo dal titolo “Abbasso la guerra” dove […] Le responsabilità della catastrofe sono già fissate. Esse ricadono in massima parte sull'Austria-Ungheria. La Nota consegnata alla Serbia era un ultimatum. Ognuna delle «ingiunzioni» in essa contenute era - dice la consorella «Arbeiter Zeitung» - «una negazione dell'indipendenza della Serbia»[…] .
[…] l'Italia, se non vuole precipitare la sua estrema rovina, ha un solo atteggiamento da tenere: neutralità assoluta. O il governo accetta questa necessità o il proletariato saprà imporgliela con tutti i mezzi. È giunta l'ora delle grandi responsabilità. Il proletariato d'Italia permetterà dunque che lo si conduca al macello un'altra volta? Noi non lo pensiamo nemmeno. Ma occorre muoversi, agire, non perdere tempo. Mobilitare le nostre forze. Sorga dunque dai circoli politici, dalle organizzazioni economiche, dai Comuni e dalle Provincie dove il nostro partito ha i suoi rappresentanti, sorga dalle moltitudini profonde del proletariato un grido solo, e sia ripetuto per le piazze e strade d'Italia: «Abbasso la guerra!» [...] .
Tale percorso continua con altri articoli come quello del 26 agosto dello stesso anno dal titolo Il «Delirium tremens» nazionalista, dove […] il proletariato non è disposto a battersi per una guerra di aggressione e di conquista […] .
[…] Noi socialisti - oppositori tenaci della guerra perché rappresenta la prova più acuta della collaborazione di classe e la forma estrema di sfruttamento del proletariato - noi socialisti siamo per la neutralità [...]  .
[...] L'Italia non ha bisogno di eserciti della morte, ma di eserciti della vita. È già abbastanza dissanguata: badate, un altro salasso potrebbe esserle fatale […] .
Altro articolo significativo è quello datato 18 ottobre che rappresenta l'inizio all'apertura del Mussolini verso le vedute “interventiste”, ma tornando al pezzo giornalistico in argomento dal titolo “Dalla neutralità assoluta alla neutralità attiva ed operante” in esso si evince a chiare lettere la metamorfosi di orientamento del Mussolini forse dovute ad alcuni dissidi interni […] Ma è stata, ed è, veramente assoluta questa nostra neutralità socialista, o non è stata invece relativa e parziale? [...]

[...] Ma una neutralità in siffatta guisa «assoluta» non è quella che il Partito Socialista ha sostenuto e patrocinato sin dall'inizio della crisi. La nostra neutralità è stata sin da allora «parziale». Ha distinto. È stata una neutralità spiccatamente austrotedescofoba e, per converso, francofila. [...]
[…] Vogliamo essere - come uomini e come socialisti - gli spettatori inerti di questo dramma grandioso? O non vogliamo esserne - in qualche modo e in qualche senso - i protagonisti? Socialisti d'Italia, badate: talvolta è accaduto che la «lettera» uccidesse lo «spirito». Non salviamo la «lettera» del Partito se ciò significa uccidere lo «spirito» del socialismo […].

Non a caso tale articolo venne pubblicato sulla Terza pagina, visto che tale ambito giornalistico ha da sempre avuto una sua notevole importanza sui mass-media nazionali, ma la metamorfosi di Mussolini rivolta all'entrata in guerra della nazione, sollecitando nel contempo le sigle socialiste ad appoggiare tali intenti, non assunse gli esiti auspicati, tanto che il 20 ottobre dello stesso anno Mussolini si dimise dalla direzione del quotidiano socialista.
Nello stesso periodo crea il “Popolo d'Italia”, il cui primo numero uscì il 15 novembre dello stesso anno, quotidiano che diede spazio all'area del Partito Socialista Italiano propenso all'intervento militare, con il supporto economico da parte di alcuni grossi imprenditori del periodo, mentre il 29 dello stesso mese Mussolini venne estromesso dal partito.

Il primo articolo pubblicato su “Il Popolo d'Italia” ebbe come titolo "Audacia!” dove vi è il netto cambiamento di Benito Mussolini:“
[…] Se domani ci sarà un po’ più di libertà in Europa, un ambiente, quindi, politicamente più adatto allo sviluppo del socialismo, alla formazione delle capacità di classe del proletariato, disertori ed apostati saranno stati tutti coloro che al momento in cui si trattava di agire, si sono neghittosamente tratti in disparte [...]
[...] Oggi – io lo grido forte – la propaganda antiguerresca è la propaganda della vigliaccheria [...]
[…] Il grido è una parola che io non avrei mai pronunciato in tempi normali e che innalzo invece forte, a voce spiegata, senza infingimenti, con sicura fede, oggi: una parola paurosa e fascinatrice: guerra![...]
Diversi furono i nomi che facevano parte della corrente interventista di matrice socialista tra i quali Alceste De Ambris, Roberto Farinacci, Pietro Nenni, Michele Bianchi, Ernesto Rossi , Emilio Lussi, per un breve periodo anche Palmiro Togliatti e Antonio Gramsci, Filippo Corridoni e lo stesso Mussolini.

L'anno successivo (24-25 gennaio) vennero istituiti i Fasci d'Azione Rivoluzionaria ed il 24 maggio 1915 l'Italia dichiarando guerra agli ex alleati dell'Impero austro-ungarico, dopo una parentesi di neutralità di dieci mesi, si affiancò con gli Stati dell'Intesa.

Nel settembre dello stesso anno Benito Mussolini parte per il fronte come cronista per la zona dell'Alto Isonzo e da quella esperienza, pubblicherà in seguito “Il mio diario di guerra 1915-1917”.

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28 marzo 2015
la manifestazione