
 

 

 
Si   premette    che  gli   scriventi   Dott. A.  Zema  neurochirurgo   e   Dr. Leonardo  Tripodi   geologo,   vogliono  evidenziare  in   questo   lavoro     l’attinenza    degli ’argomenti   dei   rami    di  Geologia e    Medicina ,  GEOLOGIA  MEDICA    che   si promuove    tra    l’altro   di  promuovere    lo sviluppo   del   ramo   geologico  e medico  , in   materia  di   ambiente,    e  la ricerca  nel campo   medico e  geologico per   la salvaguardia   ambientale 
La   complessità    geologica   dei   terreni in Palizzi   risulta costituita dagli accumuli caotici e  variamente   rimaneggiati   che rivelano   delle ostruzioni  vere e  proprie   sui  micro vulcani, studiati dai  servizi geologici  regionali    e prevenzione ambienta,  in particolare dall‘Arpa , prevenzione dei  rischi dell ‘ Emilia  Romagna . 
A   riguardo,   le sollecitazioni  endogene delle  zolle africana ed euroasiatica , spiegano le   compressioni e distensioni dell’arco calabro peloritano  .  Nell  ‘area grecanica di Palizzi ,  si suscita  l’interesse geologico  per  la   conoscenza e scoperta di un ‘area di fanghi vulcanici che sono stati  censiti  dallo studio delle  attività macro e microsismiche in  posto .   Il rimaneggiamento dei terreni   ad  opera degli  agenti   endogeni ed esogeni , poi rimescola le terre di diverse origini  , clastica od ignea  e  crea  un complesso  di rocce  estremamente complesso  ,   comunque anche  per  le condizioni   di giacitura  e   gravità    media  od  elevata .
All‘incirca  10 milioni di   anni fa , lo  scontro  delle placche   tettoniche  Euroasiatica  ed   Africana , generò  delle montagne  sottomarine  e  rilievi   vulcanici nel mare tirreno   ed  isole vulcaniche  Eolie .  
Le  continue   ricerche   hanno   messo in  luce come , laddove  nei   fondali   le rocce  sono   più  sottili , le   attività   eruttive   sono  molto   intense e concentrate  .
Secondo   la tabella    dello studio   Martinelli   ed    A.  Judd,   in   allegato ,     relativo   al censimento dei fanghi  vulcanici   italiani  ,  sono stati   censiti  61  micro vulcani   nella penisola, di cui  in   particolare  in Calabria  , due catalogati  ai   numeri di mappa  47   e  48  , rispettivamente   i  toponimi :   S. Vincenzo  la Costa ,  località  S. Sisto   Cs    e  Palizzi RC , contrada  Rocchetta.    
In  base  alla loro  estensione   , essi  sono classificati  con le lettere dell‘alfabeto   : A B C D   ; DOVE  D   è   MINORE  DI  5 MQ . Nel caso del  nostro   micro vulcano di Palizzi . 
Gli  autori    , osservano  nel  loro   Studio , che  questi  piccoli   vulcani  sono spesso obliterati  dai terreni e fanghi sovrastanti , derivati   dalle azioni delle piogge e temporali ,che apportano i sedimenti  clastici   e ricoprono  così  le piccole aree  sottostanti . Così   è   molto difficile  riconoscere  le piccole   bocche  fangose  , oppure   scoprirne  delle altre    nuove.   a mio  avviso .
In  base   ad   altri  studi , risulta  che   nei  fanghi  vulcanici, si   accumula il  gas  radon che   è  un  prodotto    delle  aree sismiche   e vulcaniche   .   Risulta  anche , come   l’accumulo  dei  fanghi   submarini, estrusi  in  superficie   dal calore   vulcanico  (fanghi  a diapiri),  produce delle bolle di  gas in   superficie, Metano,  CO2,  H2 .   
In   detta   situazione ,  queste  bocche   vulcaniche ,  sono  sintomatiche    dell‘energia   geotermica   di   bassa  entalpia    e   producono   delle  intermittenze   gassose  od  a  fanghi   liquidi , che  si   possono  attivare  in caso   di  sismi  , tettonici   o vulcanici .
Detti   vulcani,     sono  alimentati     dall‘energia  di   compressione   fluida   lungo   le linee  di  frattura   con   notevoli quantità  di   riserve    di  metano, che   suscitano    un       interesse  geologico    in   primo   luogo .
L‘  effetto dei gas carbonici, cloridrici e solfidrici , si ripercuote poi sulle  falde idriche vadose in posto (che risentono della temperatura esterna) in  sintonia  dell‘attività vulcanica  secondaria  del territorio , così come  risulta nella sorgente pubblica in Palizzi superiore . Detta   fonte    rappresenta una risorsa per tutto il territorio e delle acque  termali   medio minerali .
In vari  periodi stagionali ho potuto effettuare    in posto   le misure  conduttive,  anche con l’assistenza del  Presidente Gianni Aiello . 
È  risultato in base a queste ricerche , che nel  periodo invernale della sorgente la temperatura   era stata  di 6° C , mentre  durante la primavera era stata di 16° ,5   C  (all’incirca) .  Per   quanto  riguarda il  residuo fisso TDS , il valori dei Sali in  soluzione risultavano di 230 / 250  mg l  , secondo  la tabella di Marotta e Sica  :  acque mediominerali . 
Le  enormi forze in gioco  ,  poi , hanno fatto inarcare  il sud estremo della penisola italiana  determinando lo sconvolgimento della circolazione idrica , mediamente  profonda   (150 / 300 m di profondità) .  
A causa  di queste intense sollecitazioni sono stati    accesi dei  punti caldi  “ hot spot “   nell‘area  mediterranea ,  vedi  arco   insulare delle isole Eolie e più a Nord Ovest l’area dei Campi Flegrei  .   
Durante  le fasi  idro magmatiche,  le falde idriche di superficie, al contatto  con i magmi caldi vaporizzano esercitando   azioni  esplosive  all‘interno   dei condotti  o crateri  vulcanici.  
L‘azione  delle acque  meteoriche , con la loro  infiltrazione nel suolo  , si  arricchisce   dei Sali  minerali contenuti nelle  rocce ed acquisisce  le  caratteristiche   minerali  e termominerali   peculiari , utili  per la salute   .  In tal caso dette acque , già  studiate in passato,   sono  da   evidenziare in quanto le loro proprietà terapeutiche producono dei  benefici  per il contenuto dello zolfo  minerale , che rivestono sull’organismo,     pertanto  sarebbe auspicabile  sviluppare  un turismo termale in tutto  il comprensorio grecanico , che si collega con i circuiti sanitari  adatti alle cure termali  e di benessere terapeutico.  
Dalla  letteratura scientifica esaminata per le acque analoghe italiane, è risultato  che la sorgente di Palizzi  è emerso che  lo zolfo minerale di cui sono ricche   queste  acque , ha diverse azioni  benefiche sull‘organismo, ad esempio:  la  cura delle malattie della pelle, le cure per   le artriti,  come acque  antidolorifiche, areosol  le cure  per le irrigazioni  ed   aerosol  ecc.  
Esistono  , infine molte risorse termali in   Calabria (Antonimina, Galatro, Guardia Piemontese, Sibari  etc.) che sono variamente disperse, a causa  della natura idrogeologica dei terreni e della loro intensa attività sismica. 
Sarebbe  auspicabile dunque che venissero intensificate delle ricerche ine posto , al  fine di sviluppare il turismo termale  e  farlo conoscere al resto dell‘Italia ed all’estero, più di quanto  è   adesso .
Infine , per  dovere   scientifico ,  gli   scriventi      Dott. A. Zema   e    Dr. Leonardo  Tripodi    vogliono   evidenziare   come  tale lavoro     attiene    agli ’argomenti   del ramo di   Geologia  Medica  ,   che   prioritariamente  si     propone  nello statuto   di promuovere   lo sviluppo    del   ramo  geologico   e medico  , in  materia   di   sviluppo ambientale  ,ricerca   nel campo  medicoe geologico per   la  salvaguardia  ambientale .

 
  
 

 
12 gennaio 2018
  
  
la manifestazione