Le origini e la diffusione del tabacco è stato il filo conduttore della conversazione organizzata dal Circolo Culturale „L'Agorà” sul tema "Tobacco road (la via del tabacco OGGI)”. Nel corso dell'incontro, che ha visto come che ha visto come protagonista e relatore Giorgio Muccio intenditore su tali aspetti che sono stati analizzati nel corso della manifestazione organizzata dal sodalizio culturale reggino. La storia del tabacco comincia nelle Americhe, dove il suo primo uso attestato proviene dalle civiltà precolombiane, mentre nel vecchio continente europeo, prima della sua introduzione, si usava fumare erbe aromatiche di vario genere quali la lavanda,l'anice. Il relatore ha strutturato il suo intervento sia sugli aspetti storici che quelli relativi alla diffusione, produzione e relativa lavorazione del prodotto, evidenziando la curiosa  – nde del tabacco che originariamente era conosciuto tra gli antichi popoli precolombiani come “il cibo degli dei”, per poi  essere oggi indicato come uno dei più pericolosi killer per la salute dell’uomo. L'uso del fumare è prima di Cristoforo Colombo , esso ha radici antiche – prosegue Muccio – giacché sono state trovate pipe dell’epoca del bronzo, fatte di questo metallo. Secondo alcuni la prima origine del fumare deve essere ricercata in cerimonie magiche, di carattere propiziatorio, allo scopo di attirare la pioggia producendo nuvole di fumo. I sacerdoti Aztechi, all’inizio delle cerimonie religiose, usavano soffiare il fumo verso il Sole ed i quattro punti cardinali tramite pipe o direttamente dal tabacco arrotolato. Durante questi riti i sacerdoti, qualche volta, anziché soffiare il fumo lo aspiravano; in questo modo deve essere stato scoperto che il fumo di certe erbe esercitava sull’organismo un potere ipnotico, od eccitante fino all’ebbrezza, permettendo quelle sensazioni che facilitavano la comunicazione con la divinità. Così, progressivamente, dal fumo rituale si passa al fumo piacere. Gli antichi bassorilievi dei templi Maya ritraggono sacerdoti del Centro America che fumano tabacco attraverso le pipe. Le foglie di tabacco sono, infatti, molto diffuse per uso medicinale. Emergono due caste di fumatori: i fumatori di pipa alla corte di Montezuma e gli Aztechi che arrotolano le foglie in sigari crudi. Le popolazioni dell'America settentrionale storicamente ebbero l'abitudine di portare con sé sacchetti di tabacco nella sua qualità di elemento facilmente scambiabile. Con l'arrivo degli Europei, il tabacco divenne uno dei più importanti prodotti del nuovo mondo e fornì una forte spinta per la colonizzazione dell'America meridionale. L’utilizzo del tabacco si diffuse rapidamente in Spagna, Francia, poi nel resto dell'Europa e successivamente in tutto il mondo. La penisola iberica fu la prima ad essere interessata, visto che l'isola di Cuba era una colonia spagnola insieme ad altre aree dei Caraibi. E questa operazione provocò un forte gettito economico nelle casse nelle casse della Spagna e tutto il tabacco destinato ai mercati europei passava attraverso il monopolio della città di Siviglia, dove veniva trasformato in migliaia di sigari da esportare in Francia, in Belgio, nel 1550, alcune piante di tabacco vennero coltivate nei giardini reali per scopo ornamentale. Successivamente  ci fu una diffusione maggiore del tabacco, venendo introdotto in Portogallo nel 1558 ed in Inghilterra nel 1564. In Italia si hanno notizie a far data dal 1561, ad opera del cardinale Prospero Pubblicola di Santa Croce, donò dei semi di tabacco al Pontefice Pio IV. Il tabacco, nella forma di cicca o di materiale per la pipa, si estende dalla marina all’esercito. Il soldato mastica, l’ufficiale si prepara la pipa di sera al bivacco. Dopo aver masticato la foglia e poi averla fumata nella pipa, nel mondo si comincia a fiutare il tabacco: ad ogni modo fiutare il tabacco, con la leggera sensazione di ubriachezza che dà il suo odore, comincia a far parte delle tossicomanie minori Nel 1809 il chimico francese Nicolas L. Vanquelin isola la nicotina. Da Oriente arrivò un giorno una innovazione rivoluzionaria: nel 1832 i soldati mussulmani di Ibraim Pascià all’assedio di San Giovanni d’Acri cominciarono ad infilare un po’ di tabacco nei cilindretti di carta in cui conservavano la polvere da sparo ed ad accenderli. Inventarono così la sigaretta, che arrivò in Italia nel 1857, nelle tasche dei reduci della spedizione in Crimea. La moda della sigaretta si diffuse rapidamente in tutta Europa, e, secondo lo storico Robert Soliel i due metodi più importanti per diffondere il consumo di sigarette sono stati la pubblicità e la guerra, e tra i due conflitti mondiali il suo uso si diffuse in modo esponenziale. Nel 1952 due ricercatori inglesi, Richard Doll e A. Bradford Hill riferiscono i risultati di uno studio quadriennale che mette a confronto 1.465 pazienti affetti da cancro ai polmoni e un pari numero di pazienti con altre affezioni, comparati per età, sesso e territorio, e concludono che tra i pazienti che contraggono cancro ai polmoni vi è un’incidenza superiore di fumatori, e un incidenza molto superiore di forti fumatori. Quindi, a partire dagli anni ’60 cominciarono ad apparire le avvertenze a tutela della salute pubblica. Nel 1964 l’American Surgeon General pubblica un rapporto di 387 pagine in cui si afferma che “Il fumo di sigarette rappresenta un rischio per la salute di sufficiente importanza negli Stati Uniti da richiedere appropriati rimedi.” L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha adottato la Convenzione quadro sul controllo del tabacco (FCTC -Framework Convention on Tobacco Control). Il documento richiede l’applicazione di restrizioni alle attività di pubblicità e sponsorizzazione dei prodotti del tabacco, nuove norme di etichettatura, controlli della qualità dell’aria negli ambienti chiusi e un’azione più decisa contro il contrabbando di sigarette. Le società di tabacco collaborano con i governi alla riduzione del contrabbando. In un numero crescente di paesi vengono adottate misure più severe per la limitazione del fumo nei luoghi pubblici chiusi. British American Tobacco introduce la vendita dello snus in Svezia, Sud Africa, Giappone e Canada, offrendo ai consumatori un prodotto privo di combustione che sarebbe associato a minori rischi per la salute. Nel corso della giornata di studi sono state analizzate altre fotografie quali i bassi costi della produzione (1 kg di tabacco costa 2 $ circa e con esso si producono 1.400 sigarette, mentre una pianta ne produce circa 2 tonnellate per ettaro) che si contrappongono agli elevati profitti delle multinazionali produttrici di sigarette (American Brands, BAT, Hanson, Philip Morris, Rembrandt, RJR Nabisco): la Philips Morris è la prima produttrice di sigarette del mondo ed è presente in 180 nazioni: le sigarette Marlboro sono il prodotto di largo consumo più venduto. Non solo anonimi fumatori ma anche  nomi eccellenti della cultura, politica sono  legati al mondo del tabagismo: da Marlene Dietrich, Winston Churchill,Fidel Castro, Sherlock Holmes, Vincent Van Gogh, Luis Armstrong (pubblicizzò le Camels), Giorgio Gaber, Oriana Fallaci, Johan Cruyff.  Altri aspetti tratti nella giornata di studi sono stati quelli relativi alle aree di produzione quali Cuba, Honduras, Santo Domingo, Nicaragua, il periodo della stagionatura del tabacco, alle varie figure professionali che ruotano intorno alla creazione e modellazione del sigaro, quali i torcedores (artigiani preposti che manualmente modellano ed assemblano le foglie ed il tabacco). A tal riguardo l'intervenuto si è soffermato sulla preparazione delle foglie di capa che vengono sottoposte a trattamenti disgiunti dalle altre. Successivamente vengono sottoposte ad altre fasi quali quelle della stagioantura, nebulizzazione,scolatura e classificazione delle stesse e miscelazione (formazione della ligada). A riguardo quest'ultima fase entra in campo la figura professionale del ligador, persona qualificata nella scelta sia del tabacco che degli aromi per la lavorazione di ogni determinato sigaro e dopo questa fase si passa a quella del torcedor che sia manualmente che attraverso di appositi strumenti (ghigliotina, chaveta,casquillo, colla ed il cepo) assemblano il prodotto finale sia per quanto riguarda la consistenza che per la lunghezza. L'ultimo passaggio riguardano le operazioni di post rollatura quali l'assemblaggio dei sigari in cinquanta unità e relativa indicazione del torcedor che li ha realizzati. I sigari prodotti verranno controllati da tecnici con il compito di contrallarne lo status (aspetto esteriorem lunghezza, consistenza, peso) e dopo ubicati in armadi di legno di cedro. Le ultime operazione che si antepongono all'immissione dei sigari sul meracato riguardano quelle degli escogerores (selezionatori) e l'anilladora (colui che per riveste con una fascetta identificativa il sigaro).
ShinyStat
2 dicembre 2017
la manifestazione