
 La  manifestazione è stata caratterizzata da una sequenza visiva di di diapositive  attraverso le quali i presenti hanno potuto constatare le condizioni in cui si  trovano i manufatti che rappresentano da una parte la memoria, quindi la storia  della Città, dall'altra il loro stato di decadenza dovuto anche alla non  curanza da parte di coloro che sono preposti alla tutela e manutenzione degli  stessi.  
    Nel corso  dell'incontro sono emersi una serie di imput alquanto significativi e che  dovrebbero sollecitare la  sensibilità  alle parti interessate ma che a tutt'ora, nonostante i numerosi  dibattiti e segnalazioni da parte del  sodalizio organizzatore, sembrano non avere   avuto ascolto.
    La  sequenza di  immagini interessa la Città  lungo l'asse sud nord, e riproduce il percorso effettuato dai componenti della  stessa associazione che durante lo stesso hanno catalogato i manufatti ed il  loro stato di non  eccellente salute ed  anche i resti di alcune strade, come i resti di quella borbonica ubicato in un  terreno scosceso nella zona di Gallina, dove vi sono anche i resti di una  fontana dello stesso periodo, devastata dal tempo ed interessata in più parti  sia da atti  di tipo vandalico che da  azioni atte alla sottrazione di alcune parti della stessa, segno evidente che  tali manufatti rivestano un certo interesse anche per il loro pregio artistico. 
    Sono  state visionate espressioni artistico di diverso periodo e catalogabili  storicamente tra il '600 ed i primi anni del '900 come la statua relativa  all'onorevole Biagio Camagna per la quale il sodalizio reggino ebbe a indire a  suo tempo una petizione popolare per il ritorno della stesso nel suo sito  naturale, e cioè nella piazza omonima, per non parlare della statua di San  Francesco a Sbarre o dei diversi esempi di architettura fascista, vedi ad  esempio i manufatti di piazza del Popolo in totale degrado ed abbandono. 
    Sempre  dello stesso periodo i diversi monumenti lungo la strada statale che da Reggio  tocca le zone di Gallico, Catona come ad esempio la stele dove è effigiato il  sommo poeta italiano per eccellenza Dante Alighieri che nella sua massima opera  ricorda la località reggina e l'omonimo corso d'acqua. Sempre  nella parte nord della zona di Reggio sono  state visionate le immagini relative ad una statua raffigurante San Francesco  da Paola del '700 in  pietra di tufo ed una in bronzo raffigurante il parlamentare reggino Trapani  Lombardo.   
    Visionando  tali sequenze  rimbalzano alla mente i  tanti slogan che si sono susseguiti lungo questi anni e che a tutt'ora non  hanno portato a nulla di concreto, basti citare “Reggio città turistica” o meglio ancora “Reggio città d'arte”, inni da hit-parade lanciati dalle  varie amministrazioni e che al momento fanno da cornice allo stato di abbandono  di tali testimonianze artistiche. 
    Oltre ai  danni che i monumenti subiscono sia per cause dovute agli agenti inquinanti che  per l’incuria cui sono sottoposti vi è anche da annotare la vandalizzazione a  cui essi sono purtroppo sottoposti come l’uso di bombolette spray, di  pennarelli che ne deturpano la bellezza artistica con scritte o graffiti di  diverso genere o nella peggiore delle ipotesi l’asportazione di alcuni pezzi od  anche la loro mutilazione. 
    Quale  dovrebbe essere a questo punto il paventato “biglietto da visita” per  poter promuovere e valorizzare l'offerta turistica in Città se gli esiti sono  questi, ammesso che di risultati si possa parlare? 
    Le  immagini  viste nel corso della  manifestazione  devono far riflettere e  parecchio come le sequenze che hanno illustrato ai presenti ciò che rimane  della colonna ubicata nei pressi dell'imbocco autostradale Reggio-Salerno a memoria della  famosa strada  consolare romana che giungeva nella “civitas  foederata Regium”. 
    La via  Popilia venne ideata per volontà del console Lucio Popillius Laenas che iniziò  i lavori e collegava Capua con Reggio Calabria.
    L’importante  asse viario, praticato per quasi duemila anni, giungeva in riva allo Stretto  passando per Taurianova, Seminara (Piani delle Corona), Solano, Melia e Fiumara  di Muro, proseguendo per Santa Lucia (Campo Calabro) da dove si suddivideva in  tre ramificazioni viarie. 
    Gli assi  stradali si dirigevano uno verso il porto di Cannitello (ad columna),  l’altro verso l’imbarco di Catona (ad statuam), infine,  l’ultimo dal corso del bacino del Telese  (fiumara di Catona) si collegava nella zona di Modenella, da dove proseguiva  per l’area fortificata di Arghillà, Calanna e Reggio.
    Nel corso  della manifestazione si sono ricavate interessanti informazioni dalla  documentazione visiva che  ha  rimarcato ulteriormente  lo stato in cui versa il  patrimonio monumentale locale, la sua  distribuzione sul territorio e nel contempo si è potuto notare anche lo stato  in essi cui versano a causa dei vari fattori ambientali, naturali e accidentali  che ne esercitano i processi di deterioramento. 
    Tra essi  possiamo annoverare il numero dei veicoli, lo stato della viabilità, la  presenza di gas inquinanti presenti nell’atmosfera, quindi la domanda viene  spontanea se sono state avviate da chi di competenza adeguate indagini  sistematiche sul loro stato di salute. 
    Gli  aspetti relativi al traffico veicolare incidono in gran parte con le loro  emissioni inquinanti sullo stato di salute dei manufatti, infatti su di essi  vanno a deporsi le polveri legate ai processi di combustione degli automezzi. 
    Agenti  inquinanti come gli ossidi di azoto e 'anidride solforosa che danno reazione  acida (rendendo in tal modo acida la pioggia), l'ozono, gli idrocarburi  incombusti determinano un'ampia gamma di attacchi chimici che portano alla  trasformazione strutturale di pietre, marmi, metalli e materiali da costruzione  in genere. 
    Il  problema, ammesso che ci sia la volontà ad affrontarlo, non si può risolvere  con la pulizia degli stessi, in quanto è provato che dopo un arco di tempo di  circa tre anni si assiste al ritorno delle particelle nere cominciano di nuovo  a creare una patina visibile sulla superficie dei monumenti, tenendo anche  conto che il bacino del Mediterraneo favorisce per il suo clima quelle  conseguenze dovute alla  realizzazione  dello smog fotochimico e in particolar modo dell'ozono, dati questi scaturiti  da diversi studi . 
    Risulta  necessario gettare solidi basi affinché si costruisca quella coscienza diretta  al rispetto della storia del territorio anche attraverso il rispetto del  patrimonio artistico, soprattutto ai più giovani ed al mondo della scuola, dove  risulta florida la presenza di quella linfa valida atta alla conoscenze ed alla  salvaguardia del passato. 
  È nella  speranza degli organizzatori che ciò contribuirà al processo di formazione di  quella coscienza  consapevole ed  orientata al rispetto alla salvaguardia dei manufatti architettonici  d’interesse storico artistico e monumentale. 





