
 Pochissimi  italiani conoscono l'Aspromonte,   l'ultimo selvaggio tratto di Appennino sulla punta dello stivale della  penisola.  
Qui  Garibaldi fu ferito a un piede dai militari piemontesi. 
L'Aspromonte  non rappresenta soltanto una riserva ambientale da salvaguardare e ammirare  secondo la consueta accezione bucolica.  
A  sottolinearlo è stato Alfredo Ascioti ecologo marino) che ha evidenziato il  potenziale inedito di risorse economiche legate al Parco. 
Una  ricchezza capace di propagare i propri effetti benefici anche sulla costa, come  pure, non lo nasconde l'esperto, i danni legati ad una cattiva utilizzazione  del patrimonio naturale.   
A  testimonianza di quanto detto, Ascioti ha citato la situazione del Costa Rica  che, a causa dell'abuso ambientale, si trova oggi un capitale risorsa rovinato  a fronte di un prodotto interno lordo bassissimo . 
«Un bene  ambientale vale di  più - ha precisato  Ascioti -  perché integro e quindi ad alto  valore aggiunto» . 
La parte  più alta del massiccio si presenta come un complesso di altipiani, mentre i  pendii talora scendono verso il mare con dei giganteschi terrazzi, detti piani  o campi, separati da ripidissimi strapiombi, talaltra con guglie aguzze  alternate ad orridi che ospitano fiumare o cascate.  
Tra le  valli fluviali, di particolare bellezza e suggestione la Valle del Torrente  Ferraina dove le rocce modellate dal vento e la presenza di lecci plurisecolari  colpiti da fulmini offrono un paesaggio dal fascino unico e irripetibile.  
I grandi  boschi montani dell'Aspromonte, invece, sono formati dal faggio, oppure da  faggio misto a pino laricio o addirittura da faggio misto ad abete bianco.  
La parte  più alta del massiccio si presenta come un complesso di altipiani, mentre i  pendii talora scendono verso il mare con dei giganteschi terrazzi, detti piani  o campi, separati da ripidissimi strapiombi, talaltra con guglie aguzze  alternate ad orridi che ospitano fiumare o cascate. Tra le valli fluviali, di  particolare bellezza e suggestione la Valle del Torrente Ferraina dove le rocce  modellate dal vento e la presenza di lecci plurisecolari colpiti da fulmini  offrono un paesaggio dal fascino unico e irripetibile.
I grandi  boschi montani dell'Aspromonte, invece, sono formati dal faggio, oppure da  faggio misto  a pino laricio o  addirittura da faggio misto ad abete bianco.   
L'assessore  provinciale all'ambiente, Silvio Gangemi, ha spezzato la lancia a favore di  alcune iniziative portate avanti dall'Amministrazione Provinciale di Reggio  Calabria, quale il ripopolamento di alcune aree dell'Aspromonte. «Siamo - ha  detto - per una politica dinamica che abbandoni la visione di un patrimonio da  guardare ma non da toccare».  
I  numerosi torrenti (fiumare) che ne solcano i versanti sono infatti secchi, o  quasi, per buona  parte dell'anno, salvo  riempirsi improvvisamente in occasione delle piogge primaverili o autunnali. 
Lungo la  fiumara Bonamico una gigantesca frana ha dato origine nel 1972 al lago  Costantino, l'unico lago di sbarramento italiano oltre a quello di Scanno, in  Abruzzo. 
L'Aspromonte  è ricoperto di boschi per oltre 4000 ettari. 
Sui suoi 2000 metri scarsi di  dislivello si succedono tutte le principali fasce di vegetazione tipiche  dell'Appennino meridionale. 
Dopo una  fascia più bassa oggi costituita da coltivazioni di ulivi e agrumi ma anche da  macchia mediterranea, forse più di ogni altra parte d'Italia, l'Aspromonte è  sempre stato terra di bracconieri. 
Basta  pensare all'assurda persecuzione del falco pecchiaiolo all'epoca del passo  migratorio, ai primi di giugno. 
Tuttavia,  negli ultimi anni le misure di protezione della fauna hanno, sia pur  lentamente, cominciato a produrre degli effetti e l'interesse faunistico del  nuovo Parco dell'Aspromonte non deve essere sottovalutato. 
È  tornato, dopo molti anni di assenza, il lupo, probabilmente dalla vicina Sila. 
E'  tornato anche il prezioso picchio nero che sembra anzi essere in  espansione.  
Probabilmente  vive sull'Aspromonte anche un rarissimo esemplare dell'aquila "  Bonelli" .  
«Il  nostro intento vuole essere quello di far conoscere e di rendere fruibili  questi beni». 
Il  Presidente dell'ENPA  sezione reggina,  nonché Consigliere Provinciale, Enzo Rogolino, rilancia la provocazione sulla  riperimetrazione del Parco e sul randagismo, proponendo a  soluzione del problema la creazione di un  oasi per la ricollocazione degli animali.  
Alfonso  Picone, vice Presidente del Club Alpino Italiano  sezione reggina ha effettuato una  proiezioni  di diapositive dalle quali si  è  potuto evincere il percorso  naturalistico, culturale ed antropologico che il territorio aspromontano, se  "sfruttatto" al meglio può offrire all'economia locale, come si è  potuto evincere anche dalle conclusioni dell'assessore provinciale al turismo  Silvana Nasso che ha sostenuto che il futuro dell'Aspromonte è nel  turismo.







