Nuovo appuntamento relativo al mondo dell'antica Grecia, dove  bellezza e armonia si intrecciano con le energie dell'universo, quindi al mito ed alle leggende che trovano eco lungo le rive dell'area dello Stretto.
Con il supporto di interessanti diapositive i presenti sono stati condotti in un tour immaginario, direttamente nella sfera del mito: inteso come elemento posto al bivio tra animismo e antropologia, quindi tra culto degli Dei e degli Eroi.
I Greci concepivano il mondo come uno scenario in cui i mostri feroci lottavano e si contendevano il potere sul cielo, sul mare e le montagne; ed in cui  gli uomini infimi ed inerti, di fronte a cotanta grandezza, pregavano, dedicavano canti e sacrifici, innalzavano templi, statue marmoree e bronzee, per placare le loro ire.
Un viaggio itinerante in cui si sono viste figure di mostri e di Dei, tra l'umano ed il ferino: come i Giganti, rappresentati da Mata e Grifone che rappresentano un uomo moro ed una donna bianca. Secondo un'antica tradizione popolare, che a volte li identifica anche con Cam e Rea che furono i fondatori di Messina.
Ai due colossi sono legate numerose leggende che permangono tuttora nella città dello Stretto.
Grifone sarebbe stato un gigantesco saraceno di nome Hassam Ibn-Hammar, sbarcato nei pressi di Messina, con altri predatori scuri di carnagione, nel 970 a.C. .
Il colossale moro, tra una scorreria e l'altra, si sarebbe innamorato perdutamente di una nobile e bella fanciulla, Mata, figlia di un certo Cosimo II di Castellaccio; tanto pazzamente se ne sarebbe invaghito, da ricorrere alla conversione cristiana per averla in sposa.
Mata e Grifone finalmente insieme fecero tanti figli e costruirono tante case laddove, poi, sarebbe nata Messina.
I due giganti e i loro cavalli, costruiti in legno e cartapesta, vengono portati ancora oggi in processione due giorni prima la festa dell'Assunta e misurano da terra una decina di metri .
Fra mito e leggenda , la figura della bella ed affascinante figura femminile di Taureana donna Canfora che rapita da una nave corsara si lanciò da essa e preferì lasciarsi annegare pur di non abbandonare per sempre la sua terra .
Per quanto riguarda Reggio Calabria, bisogna dire che ancor prima che i greci si insediassero, giunse in quei luoghi Aschenez, nipote di Noè e inventore della barca a remi.
Arrivò dalla terra promessa dove un gigantesco fenomeno tellurico stappò le montagne facendo osto all'acqua.
La leggenda racconta che fu proprio Aschenez, esperto mercante semita, comprendendo il valore di questo strano Stretto e stimandone l'importanza strategica di un simile corridoi acqueo, vi fondarono in Reggio il primo nucleo abitativo.
Non a caso gli Ebrei, da tempo immemorabile, usavano esclusivamente i cedri di Reggio per le loro cerimonie e non a caso la prima Bibbia in caratteri ebraici stampata al mondo uscì, con il commento di un cabballoista, da una tipografia ebraico-reggina .

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27 maggio 1999