Presso la Chiesa di San Giorgio al Corso è stato presentato il saggio storico, "Ricerche storiche del Sigillo e lo Stemma della Città di Reggio Calabria dalle origini anno 1086 al 2003", organizzato dal Circolo Culturale „L'Agorà”.  Il volume di Demetrio Scuncia ha il grande merito di aver ripristinato, alla luce dei vari documenti di archivio e di diverse rielaborazioni del sigillo, i diversi momenti che hanno portato alla realizzazione dell'attuale Stemma cittadino. Lo studio “percorre le varie tappe del Sigillo della Città dello Stretto e la documentazione – come spiega l'autore nella prefazione – iconografica ne esegue le evoluzioni e le sue traversie storiche, artistiche e burocratiche”. Nella bandiera cittadina vengono raffigurate due icone: una donzella in stato di religiosa preghiera ed il Santo Cavaliere nell'atto di trafiggere il drago. A tal riguardo è riportato nel volume in argomento, viene riportata una missiva da parte del Segretario del Consiglio dei Ministri – Consulta Araldica, a seguito di una sollecitazione dell'autore del volume, a riguardo lo stemma […] Per quanto riguarda il primo quesito: è del tutto evidente che il testo del decreto è di scadente qualità, in quanto non precisa la posizione del Santo, non enuncia che il Santo è a cavallo, non dice la posizione del drago, non precisa che la donzella è orante e coronata, non annuncia la posizione dei raggi … la donzella è rutto di leggenda e di fantasia e quindi può essere soppressa.[...] e prosegue […] Il decreto inoltre è deludente perché: 1) non descrive (anche sinteticamente) la corona reale aragonese: tale corona muta nelle varie rappresentazioni del secolo XV non precisa che la scritta è posta su un cerchio, …. è errato definire sigillo quando è stemma … Il sigillo sarebbe costituito in modo che l'immagine araldica andrebbe ad occupare l'intera area definita dal cerchio.  […] (1) Queste considerazioni hanno dato l'input all'autore del volume di sviluppare una serie di curiosità culturali intorno al tema in argomento, basate su elaborate ricerche archivistiche e documentali, a riguardo anche San Giorgio, patrono di Reggio Calabria, e delle pertinenze araldiche presenti nel gonfalone della Città.  A riguardo la vita di San Giorgio non si hanno molte notizie e le stesse risultano a volte controverse ed a riguardo l'aspetto leggendario del Santo cavaliere vi sono una versione greca ed una latina, la cui devozione risale tra il IV ws il V secolo d.C., mentre l'aggiunta del drago ha origine  a partire dall'XI secolo. Così come sulla veridicità storica del Santo vi sono diverse scuole di pensiero come quella di Herbert Thurston che nella Enciclopedia Cattolica fa riferimento storico al IV secolo a riguardo la sua devozione mentre secondo il docente Donald Attwater dell'Università statunitense di Notre Dame vi è una carenza di dati storici sopravvissuti a riguardo San Giorgio di Lydda.  Il docente universitario nella sua opera “La vita dei Santi” afferma che non sono chiare le motivazioni secondo le quali sia stato adottato come protettore dell'Inghilterra. Pur se la varie scuole di pensiero la figura di San Giorgio è da annoverarsi  tra le figure più venerate da Nazioni, Città, istituti accademici, che lo eleggono come loro patrono, tanto che questa figura venne ossequiata anche santo militare fin dal tempo delle Crociate .  A riguardo le origini del culto nei confronti di San Giorgio nella civitas reggina, esse vengono fatte risalire agli albori dell'XI secolo e lo storico Domenico Spanò Bolani nella “Storia di Reggio di Calabria da' tempi primitivi sino all'anno di Cristo 1797“ che durante la reggenza (1362)  della sovrana Giovanna I d'Angiò , la stessa abbia conferito alla Città per meriti e nel corso di alcuni festeggiamenti la presenza del vessillo cittadino.   In periodi successivi lo stesso Spanò Bolani annota che la bandiera era “di color cremisi sulla quale erano ricamate ad oro ed argento le regie armi da una parte, e dall'altra quelle della città.” (2) Analizzando brevemente l'opera in argomento ci si trova difronte ad un lavoro certosino che oltre all'evoluzione storica del vessillo, l'autore evidenzia che “tra il 1465 ed il 1747-1750, si rintracciano pochi sigilli che raffigurano S.Giorgio sul cui scudo è cimata una corona reale”  (3) Altri elementi di analisi sono stati diversi atti notarili, conservati sia presso l'Archivio di Stato di Reggio Calabria che quello di Napoli, diverse relazioni inerenti al tema in argomento, bozzetti, vetrate artistiche, decreti, studi su altri aspetti di controversia del Sigillo della Città di Reggio Calabria, quale la corona e la sua evoluzione storica nel campo dell'araldica. Non per ordine d'importanza è stato dato uno sguardo sia agli stemmi impressi sulla carta intestata del Comune di Reggio Calabria a far data dal 1891 che alla rappresentazione grafica scolpita sullo scudo ovale della Statua dell'Angelo Tutelare. In tale raffigurazione […] S.Giorgio si trova a cavallo rampante rivolto a sinistra, con la mano destra impugna la lancia e lo scudo al braccio sinistro. La figura araldica è cimata dalla corona aragonese e manca la donzella […] (4) La giornata di studi, oltre che dalla presenza dell'autore, è stata arricchita da quelle del Presidente della Commissione Comunale Toponomastica, avvocato Giuseppe Tuccio,  dal Direttore dell'Archivio di Stato di Reggio Calabria, dott.ssa Lia Domenica Baldissarro e dal Parroco della Chiesa di San Giorgio al Corso don Nuccio Santoro.
ShinyStat
11 maggio 2007
la manifestazione
(1) D. SCUNCIA, "Ricerche storiche del Sigillo e lo Stemma della Città di Reggio Calabria dalle origini anno 1086 al 2003", pp. 17-18;
(2) D. SCUNCIA, cit., pag. 21;
(3) D. SCUNCIA, cit., pag. 34;
(4) D. SCUNCIA, cit., pp. 42,43.