
 Ritorna  la kermesse di arti figurative che   prende spunto dall’antica Grecia ed in particolare dal suo mare,  passaggio obbligato di varie culture ed espressioni, così come le opere che  saranno esposte. 
Egea è un  incontro di arti figurative ma anche un'idea culturale che già dal nome  suggerisce la volontà di esplorare i tratti di un'identità tutta  mediterranea.  
Nella sua  produzione si sente il "profumo" fresco delle immagini, ma anche la  ricerca delle stesse, il gusto e la curiosità e la voglia di percorrere una  strada originale. 
Il  sipario è stato aperto con Nino Cuzzola, insegnante della scuola media “Diego  Vitrioli”, che con la sua personale fotografica di oltre cento pezzi che  rappresentano un ideale percorso di lettura degli aspetti antropologici,  mitologici e paesaggistici del territorio. Fotografia intesa come una forma di  scrittura, cioè un insieme di segni che trasmettono dei messaggi, quindi non  solo immagine, ma anche testo visivo.  
Il  percorso di lettera di Nino Cuzzola tende a stabilire una situazione  comunicativa, dove ogni segno ha un suo significato ben preciso, quindi un  linguaggio che pone la fotografia al bivio tra il significato letterale e  quello figurativo, rappresentando, quindi, un qualcosa che va oltre il semplice  rettangolo di carta.   
Antonino  Sorgonà, autore di tele relative a tematiche variegate, ha sostenuto nell’anno  accademico 1996-97 presso l’Accademia di Belle Arti di Reggio Calabria, la tesi  con il prof. Gianluigi Ciccone, relativa a “La pittura sacra nell’opera di  Salvador Dalì” .   
Gianfranco  Scafidi, scultore, anch’esso uscito dall’Accademia reggina (anno accademico  1997-98) con  una tesi con il prof.  Antonio Casillo, relativa a “Il bronzo tra tecnica e creatività” ed il  suo percorso artistico indaga sulle verità universali che riguardano l'uomo  .    
Lo  scultore reggino manovrando il bronzo come fosse cera molle ci fa vedere la  condizione umana in una sua rappresentazione. L’uomo deve salire. Questo  è il suo imperativo  categorico. La vita è una rincorsa verso un  altrove che non gli è presente. L’essere umano si innalza dalla terra in cui ha  poggiati i piedi. 
Ed è  tutto preteso soltanto dall’atto di salire.
Scafidi  rappresenta un essere nell’atto di salire una scala. E’ l’ascensione dell’uomo  verso un altrove che nei fatti non gli è presente interamente.  
Il bronzo  della figura ed il ferro della scala conferiscono alla rappresentazione di  Scafidi soltanto un richiamo a tutto quello che è terrestre in rapporto con un  cielo che non c’è; e che se pure c’è all’uomo è precluso per via della sua  pesantezza
Giorgio  Lorenzo, architetto, nasce a Vitry Sur Seine (PARIGI) e risiede a Reggio da  alcuni anni, dove si è laureato con una tesi su “Studio di fattibilità di un  centro polivalente sportivo” presso la facoltà di Architettura.  
Ha  lavorato a diversi progetti tra cui quello relativo alla realizzazione del  Collège Pasteur per il Comune di Crètiel, alla realizzazione di un impianto di  depurazione a Parigi, alla sistemazione di un Centro Fisioterapeutico presso  una clinica chirurgica  a Chosyle Roy,  all’organizzazione della mostra sulla trasformazione della città e del  suo recupero urbano per il Comune di Muggiò  (MI).  
Quindi,  dalle opere esposte, realizzate principalmente a Parigi, si può"La  pensée est la clef de l'architecture" (il pensiero è la chiave  dell'architettura) che rappresenta la chiave di lettura dell'intera  esposizione.
Quindi il  minimo denominatore che ha accomunato tutti i progetti  è quello della cura di  ogni dettaglio, dell'aspetto architettonico,  della giusta distribuzione degli spazi, dell'aspetto cromatico  dell'architettura, il rispetto del contesto urbano in cui dovrà sorgere l'opera  e la ricerca sulla luminosità degli ambienti e degli spazi. 
Oltre  allo studio legato al rapporto tra uomo e architettura, il vivere l'ambiente  con serenità, tranquillità e pace, trascorrere delle ore in uno spazio in cui  solo il contesto del costruito produce solo benessere. 
Quindi  questi sono gli obiettivi principali  ed  essenziali nella riflessione che l'architetto si pone ad ogni progetto che  elabora:"Creare un'architettura dell'uomo per l'uomo". 
Infine la  sua visione dualistica dell'architettura ha fatto emergere in lui un'altra  riflessione: "Il pensiero è la chiave dell'architettura"  ovunque essa sia ed in qualsiasi lungo dove l'uomo ha la possibilità di farlo  "Sbocciare" senza nessun vincolo politico, tecnico o economiche che  sia 
Annalisa  Crucitti, diplomata all'Accademia di Belle Arti di Reggio Calabria – Scuola di  Decorazione, ha esposto diverse opere che riguardano gli aspetti della  decorazione e della scultura su legno.                               
    L'artista  reggina ha esposto un'interessante composizione totemica dal titolo “La  foresta…in un cortile” e così motivata la sua scelta "la vita è un  divenire e può essere paragonata alla vita di un albero".  
    Un  titolo, quindi, che può sembrare un inizio di una favola, o di un romanzo,  invece è ciò che si prova visitando la mostra “Egea” nel cortile della chiesa  di San Giorgio al Corso. 
    Il  visitatore è immerso in un atmosfera molto suggestiva, che unisce i magnifici  alberi presenti nel cortile della chiesa, all’istallazione “La Foresta”,  opera dell’artista Annalisa Crucitti che spiega il suo progetto dicendo: “Ho  cercato di ricreare un ambiente, nell’ambiente, per coinvolgere chi guarda in  un viaggio ideale, che aiuti un po’ a mettere in moto la fantasia,  l’osservatore può scorgere all’interno dei simboli che vede ciò che vuole, e  girandoci intorno scopre sempre nuove immagini” 
    Così  l’artista definisce il suo percorso espressivo,che l’ha portata a dar vita a  queste imponenti sculture. 
    Si tratta  di una istallazione formata da sei sculture decorative che attraverso la  successione verticale di simboli naturali, narrano l’evoluzione della vita  dell’uomo. 
    L’intera  composizione ripropone il bosco in cui gli alberi sono trasformati in  totem.  
    Questi  ultimi a coppie, rappresentano le tre fasi della crescita umana: l’infanzia,  la giovinezza e l’età anziana. 
    In  esposizione per tutto il periodo della mostra possiamo ammirare anche altre  opere che vanno, dai 
    freschi e  immediati bozzetti a carboncino o a china, ad altre sculture a tutto tondo  realizzate con la stessa tecnica della sovrapposizione degli strati di legno,  ma questa volta acquistano colori vivaci e solari come possiamo vedere nel “Gufo”,  o nei “Conigli”. 
    Ciò che  colpisce delle opere dell’artista Crucitti è la tranquillità e serenità che  queste opere infondono a chi si sofferma ad osservarle, è come se si crea un  transfert tra il sogno e la realtà, il mondo vero e la finzione,semplice nelle  forme in cui si manifesta, ma di profondo e molteplice contenuto.









