Il Circolo Culturale “L'Agorà”, presieduto da Gianni Aiello, ha organizza  una giornata di studi sul tema "Da Panagulis a Tsipras: l'alternativa greca contro il main stream atlantico: in meltemi che fa sperare".
Alla conversazione culturale hanno partecipato in qualità di relatori il prof. Daniele Macris (esperto di filologia classica e bizantina ed autore di diversi saggi di carattere storico-letterario) ed Olga NASSIS (socio fondatore della ‘Comunità ellenica dello Stretto’ e già candidata alle recenti tornate europee nella lista di Tsiprass) che è intervenuta su "Syriza e le opposizioni della Sinistra sociale in Europa".
I due interventi hanno avuto come filo conduttore il tema della sinistra greca tra rivoluzione e repressione ed è stato un interessante excursus storico-politico della nazione ellenica e la conversazione culturale in argomento è stata seguita con interesse dall’uditorio.
La recente vittoria elettorale di Syriza, guidato da Alexis Tsipras, induce a riflettere su caratteri peculiari della politica greca, che ha conosciuto strade diverse rispetto alle nostre.
La mancata industrializzazione del Paese influì sulla lenta diffusione di ideali socialisti e sulle lotte sindacali, che ancora ai primi del 1900 non risultavano rappresentati in Parlamento.
I seguaci del socialismo, soprattutto intellettuali, non riuscivano ad avere un seguito elettorale.
L’annessione della Tessaglia nel 1881 aveva presentato, per la prima volta, in modo più acuto le problematiche agrarie del latifondo e solo in questa regione ebbe qualche seguito la “Società Sociologica”, (1908) che si ispirava ad un moderato socialismo umanitario.
Il suo fondatore fu Alexandros Papanastasiou.
Il decennio 1910-1920 fu dominato dal liberale Eleftherios Venizelos, figura carismatica della storia neogreca.
La rivoluzione russa del 1917 ispirò i pochi proletari greci a costituire un piccolo partito socialista, SEKE (1918), che nel 1924 si trasformerà in comunista, KKE, sotto la guida di N. Zahariadhis. 
Dopo la catastrofe del 1922, dovuta alla condotta del re Costantino e dei governi monarchici, oltre che alle mutate condizioni internazionali, l’arrivo di quasi due milioni di profughi dall’Asia Minore e dal Ponto è destinato a mutare radicalmente gli equilibri politici del Paese.
Gran parte dei profughi, delusa dalla politica dei governi repubblicani e venizelisti, si volse ad appoggiare il KKE. La parentesi dittatoriale di Metaxas (1936-1941) e l’occupazione nazifascista del Paese portarono le forze di sinistra ad unirsi nell’EAM (Fronte di liberazione nazionale), il cui braccio armato era l’ELAS (Esercito nazionale di liberazione).
Dopo la liberazione, ottenuta a duro prezzo nell’ottobre del 1944, si profila immediato lo scontro tra le forze di sinistra, egemonizzate dal KKE, e l’apparato statale: sono i sanguinosi moti del dicembre 1944, che sono l’anticamera della guerra civile (1946-49), durante la quale il KKE verrà messo fuori legge (1947) e l’assetto demosociale di molte regioni della Grecia settentrionale verrà sconvolto. Decine di migliaia sono gli attivisti e i partigiani che trovano rifugio nei Paesi del socialismo reale e solo nel 1958 l’EDA (Sinistra democratica unita) torna ad avere un peso parlamentare, poi vanificato dall’apparire dell’EK (Unione di Centro) di Gheorgios Papandreu, importante leader liberale, a partire dal 1961; la violenza politica contro l’Eda culmina nell’omicidio Lambrakis, avvenuto a Salonicco nel maggio 1963.
Il breve intermezzo centrista non risulta efficace nel colpire le strutture profonde del parastato della Destra, manovrato dagli Americani, che ispirano il golpe del 21 aprile 1967.
Il regime dei Colonnelli (Papadopoulos, Pattakòs, Makarezos) avrà come epilogo le stragi del Politecnico (17 novembre 1973) e le tragica occupazione turca di un terzo di Cipro (20 luglio-15 agosto 1974) che dura ancora.
Dopo il ritorno alla normalità, la sinistra greca è dominata per circa quarant’anni dal PASOK (Movimento Socialista Panellenico), fondato il 3 settembre del 1974 da Andreas Papandreou, economista di tendenze socialdemocratiche, figlio di Gheorghios, che lo guidò fino al 1995.
Col PASOK la Sinistra greca governa a lungo (1981-1989; 1993-2004) e mette a nudo i suoi limiti politici e culturali.
Il KKE si divide in due tronconi (dell’interno e dell’estero, rispettivamente eurocomunista e sovietico).
Il KKE dell’estero avrà come leader Florakis e poi Papariga, mentre quello dell’estero Kyrkos e poi Alavanos, mentre N. Konstandopoulos fonda il SYNASPISMOS (Confederazione).
Da una fusione tra KKE-interno e SYNASPISMOS ha luce nel 2004 SYRIZA, che dal 2015 è forza di governo con alterne fortune, com’è possibile notare nelle elezioni di gennaio e settembre 2015 e nel referendum del 5 luglio 2015. 
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14 maggio 2015
la manifestazione