Il Circolo Culturale "L'Agorà" di Reggio Calabria ha ospitato il segretario metropolitano di Europa Verde Gerardo Pontecorvo per illustrare la proposta di istituzione di un Parco che comprenda la parte nord dello Stretto di Messina e la Costa Viola.
Il Parco, vista la collocazione interregionale, secondo la proposta potrebbe assumere la veste giuridica di Parco Nazionale ovvero di Parco interregionale.
L’area che comprende lo stretto di Messina e la Costa Viola può pertanto essere considerata un’unità paesaggistica, parte di un più grande contesto che ha nel massiccio dell’Aspromonte e dei monti Peloritani le colonne portanti, che comprende anche l’Etna e le Isole Eolie. Siamo in presenza di valori scenici eccezionali. Stretto e della Costa Viola. Possiamo quindi affermare che si tratta di un paesaggio antropico per storia e attività (pesca, agricoltura, artigianato) molto identitario.
Pontecorvo evidenzia che lo Stretto di Messina e la Costa Viola hanno un inquadramento territoriale e ambientale di elevata importanza e sensibilità ospitando habitat marini e terrestri ricchi di biodiversità ed essendo un corridoio ecologico per molte specie faunistiche dell’ambiente marino e per l’avifauna, come testimonia la rete di zone afferenti alla Rete Natura 2000. Ma l’area presenta anche massimi valori per ricchezza e varietà paesaggistica, culturale, storica, archeologica, mitologica come evidenziato dagli strumenti di pianificazione territoriale/urbanistica Siciliani e Calabresi e da riconoscimenti specifici. Il paesaggio è composto da una moltitudine di ambiti strettamente interconnessi in cui le acque interne e marine (lo Stretto, le fiumare, i laghi di Ganzirri sul versante messinese) si uniscono ai paesaggi terrestri (gli spazi naturali, rurali, periurbani e urbani). Il cielo dell’area è pure scenario di una fondamentale rotta migratoria dell’avifauna tra l’Africa e l’Europa al punto che si contano in volo decine di migliaia di specie protette tra cui l’aquila reale e il falco pecchiaiolo. E il mare vede le migrazioni del tonno rosso, di cetacei, del pescespada, di tutte le specie di delfini. Lo Stretto è pure definito dai cetologi una Whale Gate (Porta delle Balene), ovvero un passaggio obbligato per le migrazioni e gli spostamenti dei cetacei. I fondali sono ricchi di specie abissali e presentano praterie straordinarie di Posidonea.
L’area che comprende i due versanti dello Stretto di Messina e la Costa Viola può pertanto essere considerata un’unità paesaggistica, parte di un più grande contesto che ha nel massiccio dell’Aspromonte e dei monti Peloritani le colonne portanti, che comprende anche l’Etna e le Isole Eolie. Siamo in presenza di valori scenici eccezionali. Si tratta di un paesaggio antropico per storia e attività (pesca, agricoltura, artigianato) molto identitario. In particolare evidenzia il valore anche antropologico della caccia al pescespada, della molluschicoltura nel lago di Ganzirri, della coltivazione dei vigneti sui terrazzamenti di Scilla e Bagnara dal 2018 Patrimonio immateriale dell’UNESCO.
Da quanto esposto e analizzato dal gradito ospite del Circolo Culturale “L’Agorà” l’area protetta da istituire, dovrebbe comprendere le aree già tutelate (le ZPS e ZSC), e parte di quelle definite dal QTRP Calabrese e da Piano paesaggistico Siciliano, prevedendo un’articolata zonizzazione (zone a diverso livello di protezione) anche in rapporto ai centri abitati, alle infrastrutture presenti, alle zone agricole, alle aree marine e terrestri di maggiore valore naturalistico. Ci sembra importante sottolineare che la proposta si fonda pertanto su solide basi scientifiche esaminate e già accolte dal Ministero dell’Ambiente e dalle regioni Sicilia e Calabria come dimostrano le zone istituite ai sensi della Rete Natura 2000.
Il Parco dello Stretto e della Costa Viola per caratteristiche ambientali, paesaggistiche, storiche (e mitologiche) sarebbe uno dei più importanti al Mondo (se non il più importante). Questo porterebbe in tempi brevi lavoro e benefici pratici ai cittadini, e un flusso internazionale di visitatori.
Da quanto esposto e analizzato l’area protetta da istituire, dovrebbe comprendere le aree già tutelate (le ZPS e ZSC), e parte di quelle definite dal QTRP Calabrese e da Piano paesaggistico Siciliano, prevedendo un’articolata zonizzazione (zone a diverso livello di protezione) anche in rapporto ai centri abitati, alle infrastrutture presenti, alle zone agricole, alle aree marine e terrestri di maggiore valore naturalistico. Ci sembra importante sottolineare che la proposta si fonda pertanto su solide basi scientifiche esaminate e già accolte dal Ministero dell’Ambiente e dalle regioni Sicilia e Calabria come dimostrano le zone istituite ai sensi della Rete Natura 2000.

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21 aprile 2023
la conferenza