Piacevole la conversazione organizzata dal Circolo Culturale „L'Agorà” sul tema „Notte Prog, tra note e musica” che si è svolta presso la saletta conferenze della Chiesa di San Giorgio al Corso di Reggio Calabria.
Nella parte introduttiva della conversazione culturale Gianni Aiello ha analizzato alcune delle cifre che rappresentano alcune delle pertinenze di tale genere musicale, quali opere letterarie, momenti storici, fantascienza, scenari fiabeschi, temi filosofici, mitologia,religione, elaborate copertine degli album, uso di strumenti classici.
Il 5 luglio 1969 – continua Gianni Aiello – ad Hyde Park in Londra i ROLLING STONES rendevano omaggio al fondatore della band Brian Jones deceduto per annegamento il 3 luglio dello stesso anno ed in quella occasione Mick Jagger lesse alcuni passi estrapolati dalla 39^ strofa di „Adonaïs „ del poeta romantico Percy Bysshe Shelley: […] Peace, peace! he is not dead, he doth not sleep […].
Ritornando a quel concerto migliaia di farfalle bianche  venivano liberate questi gli aspetti simbolici di quella giornata londinese, dove in quella occasione suonarono i KING CRIMSON  una delle bands , degli esponenti del rock romantico: questo uno degli acronimi del tema di oggi „Notte Prog, tra note e musica”.
Nel continuare la sua disamina Gianni Aiello ha brevemente elencato alcuni delle etichette di tale genere quali PROG ROCK, ROCK SINFONICO, SPACE ROCK/METAL,METAL SINFONICO/PROGRESSIVE, facendo nel contempo qualche riferimento a gruppi dell'ultima generazione di tale area.
NOTE e MUSICA intesi come aneddoti, storie di personaggi, musicisti, le variegate band che hanno ruotato nella sfera musicale in argomento.
MA se facciamo ruotare indietro le lancette del tempo  - continua Gianni Aiello - troviamo altri esempi prima dell'esibizione londinese di Hyde Park, esempi non prettamente e tecnicamente progressivi ma dei punti di partenza che potrebbero essere classificati sotto la sigla di „SPERIMENTALE”, pensiamo ad esempio al contenuto sonoro di  „Sgt. Pepper's ”  ed al lavoro della copertina in stile pop art.
A riguardo „Sgt. Pepper's Lonely Hearts Club Band ” (1967) le tracce di „Lucy in the Sky with Diamonds” , “A day in the life” con prove orchestrali e cambi di tempo a riguardo l'esecuzione sonora di tali canzoni. Rimanendo sempre in casa del gruppo di Liverpool, Gianni Aiello ha fatto riferimento alla traccia del 1965 “We can work it out”, ed alla sigla della serie televisiva francese del serial „Vidocq” (1966).
Si passa  al periodo storicizzato dei sixties, dove tale decennio era caratterizzato da gruppi come BEATLES ,BYRDS, ROLLING STONES, WHO, YARDBIRDS e poi via via altri complessi in ambiti hard rock e altre diversificazioni e/o contaminazioni musicali.
Gianni Aiello prosegue nella sua analisi evidenziando del cambiamento degli scenari e dei  primi raduni alternativi dove altre espressioni sonore raccolgono nuovi proseliti e che quella nuova tipologia musicale ha per certi aspetti il suo headquarter nelle aule dei licei, nelle biblioteche e da queste cifre la ricerca verso il passato come la consultazione e la trasposizione dei testi in musica estrapolati dai testi sacri, letteratura del cinquecento,trovatori medievali.
Nei KING CRIMSON si narra della prigionia di un essere umano il cui status di detenzione è dovuto allo stesso soggetto, nei VAN DER GRAF GENERATOR l'incomunicabilità, Libniez, il neoclassicismo nei GENESIS il barocchismo di “On Reflection” nei GENTLE GIANT, la ricerca culturale come quella della PFM, in “Dove Quando” che si rifà a quella letteratura degli aspetti compositiva dei madrigali rinascimental-barocca.   
La parte conclusiva è stata rivolta al territorio ricordando il gruppo dei JET LAG, PENT, il jazz-prog di ROBERT GENCO ed i CHORALIS 104 ed a tal proposito è stata ricordata la scomparsa recente di uno dei due batteristi che fece parte di quella line-up STEFANO AZZARELLI.
La parola è passata al sociologo ed esperto musicale Fulvio D'Ascola che ha relazionato sul mondo musicale e sociale degli anni settanta, mettendo in connessione momenti di racconto ,analisi sociologica e critica musicale, in modo discorsivo,trasformando la sala in luogo di interazione ,anche attraverso l’esposizione di manifesti di concerti ,di dischi e di gadget di gruppi Progressive. 
Una lunga storia iniziata da un disco: “Sgt. Pepper Lonely Hearts Club Band” dei Beatles, che aprì la strada ad un nuovo modo di concepire la musica.
La società italiana, europea e mondiale vivevano una fase di conflitti che nascevano dallo sviluppo industriale, dalle lunghe ombre della guerra del Vietnam e da una riconversione intellettuale del ruolo genitori famiglia. Dall’Inghilterra nasceva la contaminazione tra musica classica e rock, con una canzone che ebbe un grande successo: “A Whiter Shade of Pale “dei Procol Harum che aprì la strada commerciale ed in Italia fu proposta dai Dik Dik con il titolo “Senza Luce”.
Si sviluppo così in Italia un movimento che attraverso i suoni e le canzoni si opponeva all’establishment  musicale melodico. Dalle radici del Beat si passò al Progressive, con una nuova forma musicale che si contaminava tra suoni rock, con influenze jazz, classiche e pop. Si costituivano nuovi gruppi musicali con grandi influenze che arrivavano dall’Inghilterra. Band come Emerson Like & Palmer,diventavano modelli per gruppi musicali come le ORME che si afefrmavano con la formazione in trio basso,tastiere e batteria. Il cambiamento musicale con il Progressive era rappresentato dall’uso di strumenti musicali quali le tastiere con il Melllotron,il Moog e l’organo Hammond.
Fulvio D’Ascola, parlando dello scenario internazionale e italiano, sottolineava la “Scuola di Canterbury” inglese e i diversi approcci musicali italiani di gruppi quali P.F.M., Banco del Mutuo Soccorso, Le Orme, New Trolls, Osanna, Balletto di Bronzo e Metamorfosi,divagando fino al classicismo dei Pierrot Lunaire di Gaio Chiocchio e Arturo Stalteri .
Un bel viaggio attraverso le canzoni che si dilatavano da semplice canzonette di tre minuti a suite composte in diversi tempi musicali mutuati dalle suites classiche barocche. Canzoni come “La carrozza di Hans” o “Impressioni di settembre “della Pfm o “Gioco di bimba “delle Orme diventarono successi discografici ,con le prime commistioni tra musica sinfonica e rock che si realizzarono con i New Trolls e “Concerto grosso” con le musiche di Luis Bacalov.
In Inghilterra spopolavano i Genesis, i Pink Floyd, i King Crimson, i Jethro Tull e cantanti come Peter Gabriel o musicisti come Ian Anderson, rappresentavano la nuova scenografia sul palco.
Gabriel con i suoi travestimenti, anticipava il Glam rock e Anderson con il suo flauto diventava l’avanguardia di strumenti musicali classici che si contaminavano negli arrangiamenti rock.
Fulvio D’Ascola prosegue lo stage, mostrando dischi in vinile degli OSANNA e parlando dell’influenza meridionale nel Progressive parlando di Napoli e dei Saint Just di Jenny Sorrenti e del primo Alan Sorrenti,si sofferma sulla grandezza musicale del BANCO DEL MUTUO SOCCORSO, narrando sue esperienze personali con Francesco Di Giacomo e Rodolfo Maltese.
C’è anche spazio per illustrare la bellezza psichedelica di “YS” del Balletto di Bronzo,un capolavoro scritto da Gianni Leone.  Si parla anche del gruppo METAMORFOSI che nei suoi album “E fu il sesto giorno” e “Inferno”,unisce testi mutuati dalla Divina commedia di Dante ,modellati nella società anni 70.
D’Ascola prosegue  tracciando le linee guida della prima Opera Rock italiana “Orfeo 9” di Tito Schipa jr, analizzandone i contenuti musicali e l’allegoria della società divisa tra il “Mostro città” e la “Comune dei ragazzi “,con il sogno spezzato di un amore e la sua rincorsa alla ricerca del bello, attraverso la realizzazione di un bello parallelo e mellifluo.
NOTTEPROG, prosegue parlando di giornali ,riviste e libri sul fenomeno musicale, concludendo con la sua decadenza di forma stilistica musicale che si rinchiudeva in una “gabbia dorata” ,non riconoscendo i fermenti sociali di fine anni settanta che portarono in Inghilterra alla nascita del Punk, che musicalmente è agli antipodi dello stilismo e virtuosismo Progressive.
Lo spazio finale è dedicato a due dischi che hanno fatto la storia del Prog, nel loro limite  editivo.
Tutto nasce da Palmi,con il gruppo musicale APOTEOSI composto dai fratelil Idà Massimo,Federico,Silvana) che insieme a Franco Vinci e Marcello Surace danno vita ad uno splendido album, proseguendo con la storia di Robert Genco ed il disco “Beyond the life” che diventa un piccolo capolavoro per la sua commistione tra rock e jazz,con la presenza di musicisti del calibro di Hugo Heredia e Giorgio Cocilovo.
Il lungo viaggio si conclude con una play-list di gruppi e canzoni irrinunciabili della scena Progressive, con l’influenza della società sui suoni e le canzoni, dall’ascesa al declino di un genere musicale che ha rappresentato per un certo periodo l’innovazione, ma in seguito perdendo le sue caratteristiche innovatrici,perché gli sviluppi sociali hanno deteminato nuovi scenari,mode e stili.
ShinyStat
15 febbraio 2017
la conferenza