Si è svolta venerdì 16 giugno la conversazione, organizzata dal Circolo Culturale “L’Agorà” sul tema “1923-2023: nel centenario della nascita di Nicola Arigliano”. La manifestazione organizzata dal sodalizio culturale reggino ha ricevuto il Patrocinio del Comune di Squinzano, dell’Amministrazione Provinciale di Lecce, della Proloco di Squinzano e del Circolo Jazz “Nicola Arigliano” di Squinzano. di Gianni Aiello (presidente del Circolo Culturale “L’Agorà”, hanno fatto seguito i saluti istituzionali da parte dei nipoti del grande Nicola Arigliano, l’avvocato Paola Bracciale ed il maestro Franco Arigliano (docente presso il Conservatorio di Monopoli). Non per ordine d’importanza il Presidente dell’Amministrazione Provinciale di Lecce Stefano Minerva, il Sindaco di Squinzano Mario Pede, il Presidente della Proloco di Squinzano Mino Pierri, ed il Presidente del Circolo Jazz “Nicola Arigliano” di Squinzano Alfonso Renna. È stata poi la volta di Simone Corami coautore, insieme a Giampaolo Ascolese e Bruno Alvaro di “Nicola Arigliano: un crooner colpevole. Mezzo secolo di jazz, musica e spettacolo” ed Antonino Megali (vice Presidente del sodalizio organizzatore). Il 30 marzo 2010 si spegneva a 87 anni Nicola Arigliano, il ‘poeta del jazz’ e il ‘re dello swing’ italiano. Molti lo ricordano per l’ultimo successo: Colpevole, brano vincitore del premio della critica a Sanremo nel 2005 con il quale entrò nella storia per essere stato l’artista più anziano a gareggiare all’Ariston. Ma sono tante le sue canzoni indimenticabili: da Amorevole a I Sing Ammore, da My wonderful bambina a I love you forestiera. Arigliano divenne popolare anche grazie a Carosello e alla réclame del digestivo Antonetto: «Ed è tanto comodo, che lo potete prendere, anche in tram». Nato il 6 dicembre 1923 a Squinzano, in provincia di Lecce, si avvicina alla musica sin da giovanissimo, partecipando a vari concorsi locali. Dopo l’acquisizione di dei fondamentali di educazione musicale si trasferisce a Milano dove suona sax, batteria e contrabbasso. Studia nel frattempo composizione con il maestro Corradini. Ha occasione di incontrare musicisti importanti nell'ambiente del jazz come Renato Sellani, Franco Cerri, Gianni Basso, Oscar Valdambrini e tanti altri. Inizia a cantare in ritardo, quasi per caso, incoraggiato dai colleghi più lungimiranti. Il repertorio di Nicola Arigliano va dallo swing italiano ed americano degli anni '30, '40, '50 e '60, a tutta una serie di canzoni grottesche tipiche del suo personaggio, che ne hanno fatto e caratterizzato il repertorio. Incide diverse canzoni in lingua napoletana, ma il primo successo arriva nel 1958 con “Simpatica”, anno in cui prende parte alla prima edizione di “Canzonissima”. Sul piccolo schermo debutta anche in veste di conduttore, al fianco di Mina, nel programma di Lelio Luttazzi intitolato “Sentimentale”. Si trasferisce giovanissimo al Nord e sbarca il lunario facendo svariati mestieri: contemporaneamente prende lezioni di solfeggio, suona il sax e canta da dilettante in parecchie orchestrine, con stile da crooner americano. Con l’acronimo “crooner”, si indica quella categoria di cantante dallo stile di canto dal tono caldo ed emotivo che comunica con il tono della voce. Tipicamente un crooner ha una voce profonda e canta principalmente brani lenti. Il termine è inglese, dal verbo "to croon" (parlare o cantare a bassa voce). Il crooning non è un genere musicale specifico, ma piuttosto uno stile e una tecnica di canto che si fonde col jazz e con un certo tipo di musica da night club. Lo stile si contraddistingue per un uso disteso della voce, col quale si dà maggiore importanza alle parole. In Italia questo stile vede la luce verso la fine degli anni cinquanta. Nella letteratura di tale tipologia musicale ricopre un ruolo di un certo livello Nicola Arigliano, una delle voci più note di tale genere. Egli era fondamentalmente un cantante jazz prestato alla canzone, quindi un crooner, e pochi in Italia sono stati bravi come lui, quando uscì dal nebbioso mondo dei locali notturni (fine anni Cinquanta) e approdò in televisione sull'onda di uno swing lieve ed elegante, con canzoni tipo “I sing ammore”, o “I love you forestiera”, in quel tipico vezzo dell'epoca che amava i titoli in doppia lingua. Tra queste infilò subito “Amorevole”, un gioiello assoluto, dove meglio poteva esprimere quella carezza dei sensi da provetto crooner (da noi si definivano "cantanti confidenziali") e un timbro straordinario, e quella rimane forse il suo capolavoro assoluto. Nel 1952 partecipa al Festival Jazz di Newport, grazie alla segnalazione del critico musicale Marshall Brown. Tornato in Italia, partecipa come attore a varie trasmissioni televisive, quindi inizia la carriera professionistica da entertainer. Dopo alcuni 78 giri incisi intorno al 1956 per la RCA, partecipa a “Canzonissima” nel 1958, e incide i primi 45 giri per la Columbia. Nicola Arigliano partecipò al festival di Sanremo (1964) ottenendo grandi riscontri con Venti chilometri al giorno, che gli è rimasta a lungo addosso come una specie di sigla immancabile. Il pezzo era davvero bizzarro. Raccontava le fatiche di un povero innamorato costretto a camminare ogni giorno per venti chilometri ("dieci all'andata e dieci al ritorno, per poi sentirmi dire che... non hai voglia di uscire"), strutturata sulla falsariga dei canti afroamericani, ispirata in particolare a una worksong intitolata "Sixteen tons". Oltre sessant’anni di carriera, longevo e prezioso è il contributo che Nicola Arigliano ha donato alla musica dagli anni cinquanta sino all’inizio del nuovo millennio, regalando al pubblico una visione tentacolare e versatile rispetto al classico interprete, proponendosi sia come rappresentante della musica popolare, ma anche come raffinato cantante jazz, meglio conosciuto come il re dello swing. Tenuto conto dei protocolli di sicurezza anti-contagio e dei risultati altalenanti della pandemia di COVID 19 e nel rispetto delle norme del DPCM del 24 ottobre 2020 la conversazione sarà disponibile, sulle varie piattaforme Social Network presenti nella rete, a far data da venerdì 16 giugno.

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16 giugno 2023
la conferenza