Prendendo spunto da quanto stabilito all’articolo 49 della Carta Costituzionale della Repubblica italiana dove “Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale”, il Circolo Culturale “L’Agorà” prendendo spunto da tale dettato dà inizio ad un nuovo filone di confronto, questa volta dedicato ai parti e movimenti politici italiani.
La prima conversazione storica-culturale viene dedicata al Movimento Sociale Italiano che, dopo i saluti di Antonino Megali, socio del sodalizio culturale reggino, ha visto come relatore l’onorevole Fortunato Aloi che  durante la sua lunga militanza nel MSI ha ricoperto ruoli dirigenziali all’interno del partito, poi consigliere comunale e provinciale di Reggio Calabria.
La figura di Fortunato Aloi è saldamente legata alla rivolta della Città dello Stretto degli anni settanta, ed in conseguenza dei risultati elettorali delle politiche del 1972 viene eletto alla Camera per la lista del MSI, ricoprendo lo stesso ruolo parlamentare dal 1983 al 1987.
Nel 1994 viene riveste la carica di sottosegretario alla Pubblica Istruzione nel primo governo Berlusconi, e nel 1996 viene rieletto, rivestendo il ruolo di parlamentare sino al 2001, nello stesso periodo venne nominato presidente della Commissione Agricoltura alla Camera.
A riguardo l’analisi storico-culturale dell’onorevole Fortunato Aloi è scaturito un percorso che, partendo dalle origini, e seguendola nei suoi sviluppi, offre uno spaccato non solo di vita politica di un partito ma anche quella della storia dell'Italia tutta.
Ufficialmente il Movimento Sociale Italiano vede la luce nell’ultima settimana del 1946 che precedeva quella del 3 dello stesso mese, quando alcuni componenti di alcune sigle come il Fronte del Lavoro, il Movimento italiano unità sociale, il Movimento de La Rivolta Ideale ed il Gruppo reduci indipendenti, ne redassero l’atto costitutivo.
«Nelle ultime settimane dello stesso anno (26 dicembre) - come ricorda nella parte introduttiva Antonino Megali (socio del sodalizio organizzatore) - nasceva ufficialmente il MSI presso lo studio paterno di Arturo Michelini, anche se in precedenza vi erano state altre esperienze tra le quali quella relativa al Partito Democratico Fascista, gruppo fondato da Domenico Leccisi insieme a Mauro Rana e Antonio Parozzi subito dopo la fine della seconda guerra mondiale». Quindi presso lo studio assicurativo del padre dell’ex vice federale  romano Arturo Michelini, si riunirono alcune di quelle personalità politiche del periodo che non vollero considerare quell'analisi secondo la quale l'arco di tempo legato al ventennio fascista veniva considerato come un momento buio delle penisola italiana. In quella occasione erano presenti anche Pino Romualdi, il reggino Antonino Tripodi,  Giorgio Almirante, Biagio Pace,Giorgio Pini.
Successivamente venne formata la giunta esecutiva composta dal reggino Giacinto Trevisonno, che ricoprì il ruolo di primo segretario del MSI (26 dicembre 1946 - 15 giugno 1947) su indicazioni dello stesso Romualdi.
Come membri componenti vi erano Alfonso Mario Cassiano, Raffaele Di Lauro, Carlo Guidoboni, Giovanni Tonelli.
Tale progetto aveva anche lo scopo di riunire sotto tale sigla anche quelle persone che si erano allontanate a seguito degli esiti della seconda guerra mondiale e che erano di seguito si erano congiunte tra le file del partito dell’Uomo Qualunque, fondato da Guglielmo Giannini il 18 febbraio 1946, mentre nel giugno dello stesso anno era il quinto partito di quella tornata elettorale. Ritornando alla riunione romana che gettava le basi del nuovo soggetto politico (MSI), spunta la figura di Nettuno Pino Romualdi (detto Pino), componente del FAR (Fasci di Azione Rivoluzionaria), che propose un distacco “L’Uomo Qualunque”, per  un’altra organizzazione con intenti di riunire tutte le anime e le esperienze sia del disciolto PNF che quelle della RSI.
Tale idea progettuale venne accolta (anche se con un consenso ristretto di voti) e quindi da tali scelte si dà il via al Movimento Sociale Italiano e tale organismo politico aveva tra i propri intenti statutari di tenere vivi alcuni di quei principi delle esperienze del ventennio ma anche di quanto emerse a seguito del Manifesto di Verona (14 novembre 1943) quando il Partito Repubblicano Fascista inserì in quel programma 18 punti quali “lavoro” (articolo 9), “collaborazione tra maestranze e operai per la ripartizione degli utili e per la fissazione dei salari “ (articolo 12), “diritto alla casa” (articolo 15) che saranno successivamente riprese nella fase dell’Italia repubblicana.
Nei confronti del Fascismo, la posizione della nuova organizzazione politica viene sintetizzata dalla frase del segretario Augusto De Marsanich: "non rinnegare e non restaurare". «Un percorso quindi – come evidenzia l’onorevole Fortunato Aloi - che partendo dalle sue radici storiche e lungo il suo percorso evolutivo ha delineato una visione descrittiva non solo di vita politica di un partito, quello del Movimento Sociale Italiano, ma anche quella della storia della nostra Penisola».
Nella parte introduttiva della conversazione, a cura del Circolo Culturale “L’Agorà”, è stata menzionata la Carta di Verona (17 novembre 1943), poi ricordata anche dall’onorevole Aloi, che durante il suo intervento, ha rammentato e si è raccontato, anche per il suo impegno prima nel MSI e successivamente in Alleanza Nazionale, a seguito degli esiti del XVII Congresso di Fiuggi (27 gennaio 1995) che stabilivano la nascita del nuovo organismo politico (AN) e la conseguente rottura con l’area di Pino Rauti che diede inizio ad una nuova istituzione politica quella di Movimento Sociale Italiano-Fiamma Tricolore.
Ritornando al Movimento Sociale Italiano si è ricordato che la nascita fu opera di alcuni elementi politici che non avevano accettato la tesi secondo cui il periodo storico legato al ventennio fascista fosse stato solo una fase buia del nostro Paese.
I fondatori del Movimento Sociale Italiano – continua Fortunato Aloi - recuperando gli aspetti più importanti ed i principi essenziali del ventennio, propongono sul piano economico e sociale, soluzioni in sintonia con il tempo e con le prospettive della nostra gente.
Costoro non potevano accettare l'emarginazione che la "teoria De Mita" legata "all'arco costituzionale" potesse avere attuazione dal momento che le adesioni crescenti del MSI aveva a livello popolare costituivano la dimostrazione che le tesi del partito erano ben accolte dal corpo elettorale.
Alle elezioni politiche del 1948 raggiunse il 2,01% che permise l’elezione di sei deputati alla Camera (Giorgio Almirante, Luigi Filosa, Arturo Michelini, Roberto Mieville, Guido Russo Perez e Giovanni Roberti), mentre al Senato si raggiunse lo 0,89%.
Nel 1953 il 5,8%, con un ampio consenso da parte dell'elettorato meridionale e nel 1972 ottenne l’8,7% (56 seggi su 630 alla Camera ed il 9,2% al Senato ( 26 seggi su 315), raddoppiando i propri votanti, ottenendo così il suo massimo storico.
Nello stesso anno il MSI aggiunse al suo acronimo “Movimento Sociale Italiano” la dicitura “Destra Nazionale” a seguito della convergenza del Partito Democratico Italiano di Unità Monarchica (PDIUM) nell’area missina.
C’è anche da evidenziare che nelle elezioni amministrative del biennio 1951-1952 la collaborazione tra MSI ed il Partito Nazionale Monarchico permise di raggiungere incoraggianti risultati in diverse città del Mezzogiorno tra le quali Reggio Calabria, Napoli, Trapani, Catania, Pescara, Latina, Campobasso ed in altre località sia della Campania che della Puglia. Il 24 Marzo del 1950 a Napoli nasceva la sigla sindacale della CISNAL (Confederazione Italiana Sindacati Nazionali dei Lavoratori), il primo presidente fu Giovanni Roberti, deputato del MSI, mentre il segretario storico Giuseppe Landi. Mentre, nel maggio dello stesso anno, però a Roma, venne fondato il Fronte universitario d'azione nazionale (FUAN) da alcune matricole universitarie provenienti da diversi atenei della penisola e che gravitano nell’area del Movimento Sociale Italiano.
Nel 1954 (13-14 novembre) a Roma venne istituita l’associazione studentesca denominata “Giovane Italia”
Nel 1954, il MSI, diretto da Arturo Michelini iniziò un percorso su linee meno intransigenti e nel 1960 appoggiò il governo monocolore democristiano di Fernando Tambroni in due momenti:  grazie a pochi voti acquisiti, tra i quali quelli missini, riuscì a far ottenere la fiducia prima alla Camera, poi al Senato.
Il 30 giugno dello stesso anno il MSI pensò di organizzare a Genova  il sesto congresso del partito missino che a seguito di tale programma causò durissime reazioni anche di piazza che causarono l’annullamento del simposio ed in conseguenza di tali fatti e di altri episodi, il Movimento Sociale Italiano venne repentinamente isolato dalla scena politica.
Si aprì lo scontro politico sull’espressione “arco costituzionale”, su quei partiti, tranne il MSI, che avevano presenziato durante la sessioni dei lavori della stesura della Carta Costituzionale, quindi, ad eccezione degli atti e delle prassi costituzionali e parlamentari il Movimento Sociale Italiano veniva escluso dai giochi di potere della politica nazionale.
A seguito dei fatti del 1970 Reggio Calabria, il MSI ottenne diverse affermazioni elettorali in molte città italiane, tra le quali proprio a Reggio Calabria dove si assestò sul 21%, mentre alle regionali siciliane ottenne il 23% a Catania ed il 21% a Trapani che permisero l’elezione di 15 deputati missini sui 90 facenti parte dell’organo legislativo della Regione siciliana (Assemblea Regionale Siciliana).
Tra il 1975 ed il 1979 il Movimento Sociale Italiano subì un calo da parte delle preferenze del corpo elettorale, per poi raggiungere il 6,8% alle politiche del 1983, per subire una nuova flessione nel 1987, ottenendo il 5,9% dei voti.
I principi su cui si reggeva il Movimento Sociale Italiano erano:
1) socialità;
2) nazione.
Tali caratteristiche costituivano i principi che rappresentavano la base dei valori della nostra storia che affonda le radici, soprattutto nel Risorgimento.
Infatti non si può pensare - prosegue l'onorevole Aloi,  di poter considerare questo partito senza radicarlo nella storia del nostro popolo, che non soffre, come riteneva il Croce, di "assurde parentesi", ma presenta una continuità nella quale il Movimento Sociale Italiano si ritrovava e chi in essa trovava le soluzioni ai problemi drammatici della nostra gente.
Altre sono state le cifre storiche analizzate nel corso della conversazione culturali, tra le quali l'amnistia Togliatti (22 giugno 1946), la legge Scelba (20 giugno 1952 n.645), ma anche quelle relative ai tanti nomi che hanno animato la vita del MSI.
Un elemento centrale del Movimento Sociale Italiano è costituito "dalla Questione Meridionale" vista in un contesto nazionale, secondo il principio mazziniano "l'Italia sarà quel che il Mezzogiorno sarà" ed è questa la linea storica del partito che fino alla nascita di Alleanza Nazionale ha rappresentato un punto di riferimento e di valori caratterizzanti la nostra ragion d'essere politica e storica.
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23 luglio 2016
la conferenza

F. BRUNELLI, La crisi del Msi e delle altre destre, La vigilia, 1956;
G. ALMIRANTE – F. PALAMENGHI-CRISPI, Il Movimento sociale italiano, Milano, Nuova Accademia Editrice, 1958.
G. DĖ MEDICI, Le origini del M.S.I.(1943-1948), ISC, 1986;
G. ROSSI, Alternativa e doppiopetto: il Msi dalla contestazione alla destra nazionale, 1968-73, Edizioni ISC, 1992;
M. TARCHI, Dal Msi ad An: organizzazione e strategie, Il Mulino, 1997;
P. IGNAZI, Il polo escluso: profilo storico del Movimento sociale italiano, Il Mulino, 1998;
P. NELLO, Il partito della fiamma: la destra in Italia dal Msi ad An, Istituti editoriali e poligrafici internazionali, 1998;
A. BALDONI, La Destra in Italia: 1945-1969, Pantheon,2000;
A. CARIOTI, I ragazzi della fiamma, Mursia,2011