Nell’ambito delle manifestazioni per il Cinquantenario dal ritrovamento dei Bronzi di Riace avvenuto il 16 agosto 1972, il Circolo Culturale “L’Agorà” ha ospitato l’onorevole Fortunato Aloi per presentare il saggio del gradito ospite “I guerrieri di Riace – Un antico messaggio d’avvenire”. Quale è, la vera causa di questo «fenomeno»? - si chiede Aloi – Che cosa esprimono i due guerriri? È qui che riesiede la vera ragione della presenza costatemente massiccia di visitatori delle statue. Un apresenza sollecitata dalla curiosità di vedere il prodigio di un’arte, che risale ad oltre due mila e cinquecento anni fa, ma che non è arte da considerare «superata», anzi è sempre attuale. Il gradito ospite del Circolo Culturale “L’Agorà” continua nella sua disamina dicendo che le due statue si diversificano  sotto il profilo della manifestazione plastica di atteggiamento e significati emblematici: l’una, la prima, costituisce il momento dinamico, quello dell’uomo proteso verso una meta, un obiettivo, dell’uomo inteso nella sua «vis», forse vista non solo come fatto fisico, ma come e soprattutto significato vero di una sintesi tra armonia di tensione muscolare e di espressione del bello nella sua dimensione più vera, riconducibile alla classicità equazione «bello-buono». Ad una prospettiva di diverso contenuto estetico si ispira o pare ispirarsi alla seconda statua, nel senso che oltre l’immagine dell’uomo che ormai ha raggiunto tali livelli di equilibrio e serenità da suggerire a qualche studioso l’idea dell’eroe «anziano» o «consigliere» o «stratega», anziche del «guerriero» tout court. Quindi nel saggio «I Guerrieri di Riace» dell’onorevole Aloi, si delineano in un chiaro quadro gli aspetti e i contenuti dell’avvenimento eccezionale, che coinvolse e coinvolge le iniziative culturali, come conntinuitò dei valori riscoperti della civiltà classica, legati alla suggestione di un’età che ha tanti isospettati motivi d’interessi per i contemporanei.  I «Guerrieri» rivivono in tutta la loro bellezza, come «antico messaggio d’avvenire», in contrasto a rivolgimenti umani che si sono succeduti nel tempo e che ancora viviamo. Le pagine del volume in argomento – come evidenziato dall’onorevole Fortunato Aloi -  vogliono essere solo un contributo, sia pure modesto, all’analisi interpretativa di una “vicenda” – quella dei “guerrieri” di Riace -, che tanto interesse sta suscitando a livello di pubblica opinione non solo locale, ma anche nazionale e mondiale. Si è, o ingenuamente o in mala fede, - continua nella sua disamina il gradito ospite del Circolo Culturale “L’Agorà” - da parte di qualche politico, affacciata la proposta di consentire che le due statue varcassero l’oceano per portare nel «nuovo» Continente il messaggio della Cultura e della Civiltà classiche. A chi ha tentato di opporsi si è appoggiato quantomeno l’etichetta di «provinciale», ovviamente sul piano culturale, senza tenere a debito conto che un «bene» culturale del tipo delle due statue greche intanto va gustato – in senso estetico -, in quanto lo si coglie nell’adeguato «habitat naturale» cioè nel giusto contesto storico-ambientale. Ed è in questo senso, nella direzione del «no» al trasferimento dei «guerrieri» si sono posti i più grossi nomi della Cultura artistico-archeologica. Basti pensare a ciò che ha scritto Renato Guttuso sul Corriere della Sera del 29 novembre 1981 (perché sono contrario ai bronzi pellegrini) o Federico Zeri (I guerrieri all’estero? Potreste distruggerli!) sullo stesso giornale. Ma oltre a ciò, va anche vista l’incidenza che presenza dei «guerrieri» nel Museo di Reggio viene ad avere in ordine al decolo socio-economico della Città, della provincia e della Calabria tutta,sempre che non si pensi, è bene ribadirlo, minimamente di fare delle due statue un’assurda operazione di politica «escursionistica», cosa che – se dovesse accadere – verrebbe a frenare il crescendo attuale di presenze turistiche e l’avviarsi di attività a livello imprenditoriale. C’è quindi, con l’arrivo dei «guerrieri» a Reggio,  tutta una serie di fermenti e di niziative che potrebbero – se incoraggiate dagli Enti locali e dai vari organismi operanti in Città e in provincia – dare impulso, in termini di promozionalità sociale, ad un turismo che integri il momento dell’interesse paesaggistico e culturale. Tenuto conto dei protocolli di sicurezza anti-contagio e dei risultati altalenanti della pandemia di COVID 19 e nel rispetto delle norme del DPCM del 24 ottobre 2020 la conversazione sarà disponibile, sulle varie piattaforme Social Network presenti nella rete, a far data dal 23 novembre.

11 novembre 2022
la conferenza