L’autorità portuale in Italia venne istituita a seguito della Legge n. 84 del 28 gennaio 1994, il primo insediamento quello di Livorno. Tale istituto ha tra le sue competenze anche quelle inerenti alla pianificazione territoriale nell’ambito portuale, di indirizzo e programmazione e manutenzione di tale aree. La nascita della XVI Autorità Portuale dello Stretto la si deve all’intuito avuto, in occasione di un convegno tenutosi presso il Comune di Messina, dal Segretario Generale FastConfsal Calabria Vincenzo Rogolino. A seguito di una iniziativa promossa dalla Fast Confsal Sicilia comparto Porti si aprì un duro dibattito sulla opportunità che i porti di Messina –Milazzo-Tremestieri fossero accorpati al sistema portuale calabrese. Infatti con un decreto ministeriale l’allora Ministro Delrio, attuando un vero colpo di mano, riuscì a ridurre a sole 15 Autorità le preesistenti 22 operative sul territorio nazionale. In tale contesto accorpò 11 porti nella sola Autorità portuale denominata “Mar Tirreno meridionale, Jonio e dello Stretto” includendo tutti i porti calabresi insieme ai sopraccitati porti siciliani. In particolare, i porti di Gioia Tauro, Crotone porto vecchio, Crotone porto nuovo, Corigliano Calabro, Taureana di Palmi, Villa S.G., Messina, Milazzo, Tremestieri, Vibo Valentia e Reggio Calabria. La qualcosa determinò una forte reazione e un risentimento da parte dei siciliani. Al fine di trovare una soluzione alternativa che potesse calmare gli animi e nel contempo fosse in condizioni di garantire le aspettative di entrambi i versanti, sulla questione fu investita la Segreteria Generale della Fast Confsal che, preoccupata dei possibili risvolti negativi, attraverso il proprio Segretario Generale Pietro Serbassi, incaricò Rogolino quale responsabile sindacale calabrese, a partecipare ad un incontro fissato presso il Comune di Messina. Fu in quella circostanza che Rogolino, rompendo ogni indugio e pronunciandosi in nome dell’interesse dell’intera Area dello Stretto, invitò i presenti ad abbandonare ogni forma di sterile campanilismo e nel contempo propose di chiedere ai due Presidenti delle Regioni Sicilia (Crocetta) e Calabria (Oliverio) di farsi carico e sostenere presso il Governo Nazionale l’istituzione di una ulteriore Autorità Portuale da concretizzarsi nell’ambito dell’Area dello Stretto e che la stessa includesse i porti di Messina-Milazzo-Tremestieri-Reggio Calabria-Villa S.Giovanni. In definitiva un’Autorità di Sistema Portuale caratterizzata prevalentemente dai porti che si affacciano nell’area dello Stretto. Tale proposta fu accolta calorosamente da parte della classe politica, sindacale e giornalistica messinese (vi è da evidenziare che nel frattempo Crocetta venne sostituito da Musumeci che si pose da subito in posizione favorevole all’istituzione) mentre di tutt’altro tenore fu la reazione dei politici e sindacalisti calabresi . Infatti in Calabria si registrò un netto rifiuto da parte dell’allora Presidente della Regione Oliverio sostenuto con determinazione dal Sindaco Falcomatà e da numerosi politici e sindacalisti del centro sinistra. Purtroppo la stessa cosa avvenne con la deputazione di Forza Italia e di vari esponenti del centro destra reggino tutt’ora in carica. Interrogazioni parlamentari, coinvolgimento del Gruppo parlamentare di FI, ricorsi giudiziari proposti dalla Giunta Regionale di centro sinistra fino alla Consulta che proprio di recente ha rigettato il ricorso. Rogolino, Di Mento e Genovese (quest’ultimi in rappresentanza della Segreteria Sicilia) supportati dal Segretario Generale Serbassi, sostennero l’idea, raccogliendo firme sulle due sponde e confrontandosi con determinazione con i vari livelli nazionali. Un ruolo importante l’ebbe Serbassi nel mantenere i rapporti con i vertici del Ministero delle Infrastrutture. Il risultato lo conosciamo tutti, il Governo giallo/verde riconobbe la valenza della proposta del sindacato autonomo FASTCONFSAL, smentendo clamorosamente tutta la classe politica di destra-centro e sinistra della Calabria, più segnatamente di Reggio Calabria, istituendo per legge la XVI AUTORITA’ PORTUALE DELLO STRETTO. Tuttavia, istituita l’Autorità Portuale, la classe politica calabrese, pur avendola osteggiata non si fece sfuggire l’occasione di nominare i propri rappresentanti in seno alla medesima Autorità (per la sponda reggina tutti nominati dalla sinistra). Inoltre i suddetti rappresentanti non si preoccuparono, secondo il sindacato, di presentare nei tempi dovuti dei progetti che consentissero di utilizzare una quota parte di circa 425mln di euro stanziati per la suddetta denigrata Autorità. Il risultato fu che Reggio e Villa San Giovanni persero circa 30mln di euro da investire nei suddetti porti. Il resto, a detta del sindacato, è solo strumentalizzazione e demagogia.
ShinyStat
12 febbraio 2021
la conferenza